Ortona, la truffa dei climatizzatori finisce su Facebook
La guardia di finanza scopre il sistema messo su da un chietino: acquistava gli apparecchi senza poi pagare, li parcheggiava in un capannone di Casoli e li rivendeva online
ORTONA. Vendeva prodotti su Facebook acquistati con metodi truffaldini ai danni di ignari commercianti. Una persona è finita nei guai dopo le indagini della guardia di finanza di Ortona, che ha portato al sequestro di diversi climatizzatori e altro materiale rinvenuti in un deposito di Casoli. Il metodo per raggirare i rivenditori era quasi sempre lo stesso: pagamento con assegni non coperti o con bonifici on-line revocati. Talvolta, una prima richiesta di fornitura veniva regolarmente pagata; poi, guadagnata la fiducia, arrivava un ordine più cospicuo, il cui pagamento difficilmente sarebbe stato onorato.
L’attività trae origine dal monitoraggio della piattaforma “Marketplace” di Facebook nel quale un soggetto proponeva in vendita alcuni prodotti, tra cui stufe e sacchi di pellet da ardere, ritenuti di dubbia provenienza in quanto non riconducibili ad alcun rivenditore commerciale. Il profilo del venditore è apparso ai finanzieri alquanto sospetto, sia per il tipo di merce trattata che per la ripetitività degli annunci, tale da ritenere la merce probabile oggetto di ricettazione. Individuato il possibile luogo di detenzione dei prodotti, i finanzieri hanno deciso di eseguire una perquisizione del deposito, terminata con il sequestro di 630 sacchi di pellet da ardere, 12 climatizzatori e 2 stufe a pellet, per preservarne la manomissione ed impedire la reiterazione del reato di truffa o ricettazione.
Il detentore della merce sequestrata è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lanciano, mentre sono in corso ulteriori accertamenti dei militari di Ortona, finalizzati all’individuazione dei legittimi proprietari dei prodotti per la successiva restituzione. Allo stato attuale ne sono stati individuati già alcuni, circa un paio, ma il numero potrebbe lievitare con il lavoro delle fiamme gialle che continuano la loro attività investigativa.