Ortopedia, ore d'attesa per le visite

Malati costretti a lunghe file nei corridoi e poco personale nel reparto

CHIETI. L'attesa in Ortopedia al clinicizzato può diventare un'esperienza traumatica. Ne sa qualcosa un paziente che ha dovuto aspettare oltre 4 ore con una sospetta frattura a un braccio. «Mi hanno messo a sedere in corridoio», racconta l'uomo, un teatino prossimo alla pensione, «e lì è cominciata un'angoscia durata ore. Capisco», prosegue, «che ci sono i codici di urgenza e non pretendevo certo di scavalcare altri malcapitati, ma si vede subito che il personale fa quello che può, ma non è sufficiente a smaltire i continui arrivi. Ma chi sta ai piani alti deve capire che la gente non programma giorni e orari in cui ammalarsi o essere vittima di un incidente».

È un mix di carenza di personale e di allargamento del bacino di utenza del policlinico universitario a causare le lentezze in accettazione al pronto soccorso. Mentre il sovraffollamento nei reparti, dove i pazienti sistemati in barella nei corridoi rappresentano una costante, è l'effetto della chiusura di due ospedali della provincia, Casoli e Gissi, e della riduzione di organico a Guardiagrele, ospedale dalla chiusura difficile per la Asl dopo i veti di Consiglio di Stato e Tar dell'Aquila e 11 ricorsi tra amministrazione comunale di centrodestra e opposizione di centrosinistra. In questi giorni pendono due scadenze nel calendario giudiziario della vertenza contro la nuova sanità del commissario Gianni Chiodi, il progetto che concentra l'assistenza nei tre grandi ospedali teatini.

C'è attesa per la sentenza nel merito contro il Programma operativo di Chiodi dopo l'udienza del 29 febbraio, mentre mercoledì 14 è fissata l'udienza all'Aquila per la sospensiva all'Atto aziendale del manager Asl Francesco Zavattaro, il programma che taglia oltre 20 reparti della rete ospedaliera provinciale. Si tratta del nono ricorso presentato dal centrosinistra guardiese, firmatari dieci rappresentanti di partito assistiti dal consigliere Simone Dal Pozzo in veste di avvocato. Dal Pozzo replica al direttore sanitario della Asl Amedeo Budassi, che nei giorni scorsi aveva ribadito la necessità del nuovo corso sanitario come unico sistema possibile per ridurre i costi e offrire assistenza di qualità. Politica del risparmio che però per il centrosinistra non verrebbe applicata. Anzi.

«Mi chiedo e chiedo», osserva Dal Pozzo, «se per assumere nuovo personale la Asl abbia colto l'opportunità di spendere il denaro che destina a costosissime turnazioni aggiuntive. Possibilità che viene concessa dal d.l. 138/2011 con cui eviterebbe, per esempio, di spendere per appena 75 ore di servizio (5 turni da 15 ore) ben 4.882,50 euro in uno dei famigerati ex ospedali ora definiti Pta (Presidio territoriale assistenza) della nostra provincia, come da delibera Asl 163/2012. Così, oltre al risparmio», riprende, «si darebbero servizi evitando anche il ricorso alle cliniche private. Oppure la Asl pensa che i problemi si risolvono tagliando posti letto?».

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