Ospedale, non si ferma lo smantellamento

Insorgono i ricorrenti a Guardiagrele: ignorata la sospensione del Consiglio di Stato

GUARDIAGRELE. Torna a infiammarsi la battaglia sul Santissima Immacolata dopo notizie che ieri annunciavano la chiusura parziale del laboratorio analisi, che la Asl potrebbe presto ridurre a una attività giornaliera di sei ore e personale ridotto con dotazione di Poct.

Poct, un macchinario predisposto per alcune analisi del sangue. Si tratterebbe in pratica della riduzione del laboratorio a «punto prelievi», il servizio di analisi annesso al presidio territoriale di assistenza (Pta) previsto dal programma operativo 2010 del governatore-commissario della Sanità abruzzese Gianni Chiodi. Piano che però il Consiglio di Stato ha bocciato con la sentenza del 14 gennaio scorso, invitando Regione e Asl Chieti-Lanciano-Vasto a ripristinare per l'ospedale guardiese la piena operatività secondo il piano sanitario regionale del 2008 licenziato dal centrosinistra, in attesa della discussione nel merito davanti al Tar aquilano fissata per il 23 marzo.

Il centrosinistra all'opposizione, da cui sono partiti i ricorsi per scongiurare la chiusura dell'ospedale fissata da Chiodi al 31 dicembre scorso, annuncia a sua volta un esposto alla Procura chietina sul modello di quello presentato lo scorso 31 dicembre, dopo una disposizione della Asl che si preparava a azzerare l'attività di day-surgery e chirurgia ambulatoriale, provvedimento poi rientrato.

«Per il laboratorio», spiega Simone dal Pozzo, consigliere e legale del centrosinistra, «si riproporrebbe la stessa storia del pronto soccorso, che la Asl si preparava a ridurre in punto di primo intervento (Ppi). Ma stavolta si tratterebbe», osserva l'autore dei ricorsi, «di un provvedimento che viola in maniera macroscopica quanto il Consiglio di Stato ha stabilito il 14 gennaio scorso. Perché, se è vero come è vero che il programma operativo è sospeso, ci chiediamo le ragioni che spingono ad adottare provvedimenti che vanno nella direzione di un atto che giuridicamente non esiste più e, ancora peggio, in violazione di un ordine del giudice amministrativo. Ci aspetteremmo dalla Asl», aggiunge l'ex assessore, «una condotta più prudente, soprattutto in questa fase nella quale chi adotta decisioni si espone al rischio di emanare atti dubbi in termini di legittimità. C'è ancora chi persegue l'attuazione del piano Chiodi-Baraldi-Fazio-Tremonti senza stabilizzare il personale precario dell'ospedale. Provvedimento che non comporterebbe alcun aumento di spesa per la Regione».

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