Ospedale San Camillo «Ridateci i reparti che avete smantellato»
Atessa. Borrelli e Flocco sul piano di riordino per il Covid-19 «Qui il presidio di area disagiata con tutti i servizi annessi»
ATESSA. «Il San Camillo va riattrezzato, come ospedale, con la stessa rapidità con cui è stato smantellato»: lo affermano il sindaco Giulio Borrelli ed Enrico Flocco, consigliere comunale delegato alla sanità, dopo la presentazione del “Riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19” avvenuta ieri pomeriggio, dall’assessore regionale alla salute, Nicoletta Verì, nella quinta Commissione consiliare regionale. «Leggiamo», affermano Borrelli e Flocco, «dalla proposta sul riordino della rete ospedaliera della Regione, che questa intende mettere a disposizione dell’ospedale di Atessa “una dotazione di 42 posti letto di riabilitazione cardio-polmonare per pazienti Covid guariti, ma che hanno bisogno di riabilitazione”. Ciò conferma, come avevamo già affermato sulla base della recente normativa (la circolare del ministero della salute del 29 maggio scorso, esplicativa dell’articolo 2 del decreto Rilancio Italia) che il San Camillo non può diventare, come sarebbe stato intenzione di qualcuno, un ospedale Covid».
L’ospedale Covid non può essere allestito laddove non ci siano strutture adeguatamente attrezzate, con personale e apparecchiature, come il Dea di Chieti. «Chi ha sostenuto il contrario, prospettando chissà quali investimenti per Atessa, ha preso una cantonata» puntualizzano i due amministratori, aggiungendo: «Se si vuole garantire il futuro del San Camillo, la strada è quella tracciata nell’attuale riordino ospedaliero che conferma per Atessa il ruolo di ospedale al servizio (lo abbiamo sempre detto) di un entroterra disagiato. Vanno immediatamente riattivati: pronto soccorso, con possibilità di ricoveri, area medica e area chirurgica, sale operatorie, poliambulatorio, e i servizi del distretto sanitario di base. La riabilitazione ex art. 56, tenuto conto degli investimenti fatti, sarà cardio-polmonare, e di questo ringraziamo la Regione, ma auspichiamo che mantenga anche il settore ortopedico, che già c’era. Chiediamo alla Asl di porre immediatamente fine ai gravi disagi provocati a un intero comprensorio con il brusco trasferimento altrove di tutti i reparti e servizi ospedalieri e distrettuali».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ospedale Covid non può essere allestito laddove non ci siano strutture adeguatamente attrezzate, con personale e apparecchiature, come il Dea di Chieti. «Chi ha sostenuto il contrario, prospettando chissà quali investimenti per Atessa, ha preso una cantonata» puntualizzano i due amministratori, aggiungendo: «Se si vuole garantire il futuro del San Camillo, la strada è quella tracciata nell’attuale riordino ospedaliero che conferma per Atessa il ruolo di ospedale al servizio (lo abbiamo sempre detto) di un entroterra disagiato. Vanno immediatamente riattivati: pronto soccorso, con possibilità di ricoveri, area medica e area chirurgica, sale operatorie, poliambulatorio, e i servizi del distretto sanitario di base. La riabilitazione ex art. 56, tenuto conto degli investimenti fatti, sarà cardio-polmonare, e di questo ringraziamo la Regione, ma auspichiamo che mantenga anche il settore ortopedico, che già c’era. Chiediamo alla Asl di porre immediatamente fine ai gravi disagi provocati a un intero comprensorio con il brusco trasferimento altrove di tutti i reparti e servizi ospedalieri e distrettuali».
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