Paghi la visita? Non fai la fila per prenotare

Proteste al Cup dell’ospedale Renzetti tra i pazienti in attesa da ore per prendere un appuntamento

LANCIANO. “Per la libera professione (visite a pagamento) non occorre fare la fila”.

È la frase riportata su un cartello affisso sulle vetrate del Cup dell’ospedale Renzetti che lascia di stucco quanti, e sono tanti, vanno ogni giorno allo sportello per prenotare viste e pagare i ticket sanitari. In pratica chi deve fare le visite a pagamento ha la precedenza, al pari di donne in gravidanza, disabili e bambini. Passa quindi, avanti a tutti gli altri, anche a coloro che sono già in fila da ore al Centro unico di prenotazione della Asl .

«Sto aspettando da un’ora e adesso che toccava a me è arrivata la signora che è passata avanti per prenotare la visita a pagamento», lamenta una donna di Atessa. La signora in paziente attesa aveva il numero 59, la ragazza che doveva prenotare la visita a pagamento avrebbe dovuto staccare il tagliando 91. Invece è entrata e ha prenotato senza un minuto di fila.

Proteste al Cup ma anche sui social network. Mirko Pagliai, della segreteria provinciale di Sel, su Facebook, ha chiesto l’intervento del sindaco Mario Pupillo, per far rimuovere il cartello considerato «lesivo della dignità delle persone».

«Di questi tempi sono tante le persone che, in stato di bisogno, si rivolgono alle strutture pubbliche per curarsi», fa notare Pagliai, «e una struttura pubblica non può in nessun modo svantaggiare queste persone, peggio ancora umiliarle pubblicamente per la loro condizione, e creare al tempo stesso una forma di ulteriore privilegio per chi è più abbiente. Il cartello va rimosso».

Insomma al Cup già bisogna fare file di ore, fare i conti con liste di attesa lunghissime, anche di 18 mesi, come per le mammografie e gli ecodoppler, ora bisogna anche dare la precedenza a chi può pagarsi visite da oltre 100 euro.

Teresa Di Rocco

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