L'OPERAZIONE
Palestre nel mirino del Nas, ispezioni anche in Abruzzo / I RISULTATI / VIDEO
I carabinieri hanno controllato 47 attività nella nostra regione, tante le irregolarità riscontrate
CHIETI. I militari dei 12 Nas dell'Italia centrale - nel corso di un servizio coordinato disposto nella seconda metà di settembre dal Gruppo Carabinieri per la tutela della salute di Roma - hanno effettuato mirati controlli presso centri e associazioni sportive, palestre, piscine e ambulatori in 4 regioni (Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Toscana) per
verificare il rispetto della normativa vigente in merito al rilascio di certificati medici per lo svolgimento di attività sportiva.
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Le ispezioni hanno interessato complessivamente 413 centri sportivi, accertando violazioni presso 118 di essi (pari al 28% degli obiettivi ispezionati), 7 dei quali sono risultati oggetto di provvedimento di immediata sospensione delle attività a causa delle gravi irregolarità riscontrate, quali: l'assenza del defibrillatore salvavita obbligatorio nello svolgimento di
attività sportiva; l'aver attivato all'interno di palestre ambulatori in assenza delle previste autorizzazioni; il rilascio di certificazione medica per l'idoneità all'attività sportiva non agonistica, da parte di medici prescrittori non autorizzati.
In altri 7 casi i militari operanti, per le non conformità rilevate, hanno avanzato analoga richiesta di sospensione, tuttora in corso di valutazione. Complessivamente 81 le persone segnalate alle autorità amministrative, 9 quelle deferite in stato di libertà alle competenti autorità giudiziarie. Le violazioni contestate, tra penali e amministrative, ammontano a 176.000 euro.
AGGIORNAMENTO
Questi i controlli effettuati dai NAS di Pescara nelle province dell’Aquila, Pescara, Chieti e Teram: ispezionati 47 obiettivi tra palestre e centri sportivi e segnalate alle competenti Autorità Amministrative e Sanitarie (rispettivi Comuni e ASL) i responsabili legali di:
- 21 impianti, per aver tesserato persone sprovviste di certificazione sanitaria attestante l’idoneità allo
svolgimento dell’attività sportiva;
- 3 palestre, per aver custodito certificati medici sportivi di alcuni iscritti, risultati decorsi di validità e, in altri
casi, rilasciati da medici prescrittori non autorizzati;
- 1 palestra per aver attivato all’interno della struttura uno studio medico ove venivano erogate prestazioni
sanitarie da parte di specialisti in assenza delle previste comunicazioni alle Autorità Sanitarie e
Amministrative;
- 3 palestre per aver in dotazione defibrillatori non funzionanti e altre 2 per l’omessa dotazione dei dispositivi
salvavita;
In altri 6 casi venivano riscontrate diffuse carenze igienico sanitarie e strutturali, rilevando anche la detenzione ed esposizione per la vendita di alimenti confezionati, tra cui integratori alimentari, vitamine e bevande, in assenza della prevista autorizzazione.