Paolini boccia l'Ater «Non aiuta la città» In 200 senza casa
LANCIANO. «Più che sulla sede della futura Ater provinciale è sulle condizioni dell'azienda, tutt'altro che rosee, che bisogna aprire un dibattito con la Regione». Il sindaco Filippo Paolini (Pdl) smorza le polemiche sollevate dall'Idv e da "Progetto Lanciano" sulla fusione dell'Ater frentana con quella teatina, e accende i riflettori sulle difficoltà economiche dell'azienda di Lanciano-Vasto. «Occorre una riforma ampia sulle Ater, non serve la difesa strenua di una sede, che non deve essere assegnata alle Province, ma una nuova politica fatta di investimenti sulle case popolari», afferma Paolini commentando la fusione dell'azienda frentana con quella di Chieti decisa dalla giunta Chiodi (Pdl) la scorsa settimana, nell'ambito della riforma di settore.
L'Idv e la lista civica "Progetto Lanciano" sono convinti che ormai il sindaco e i consiglieri Pdl siano «piegati ai diktat regionali» visto che non sono insorti contro la fusione considerata «l'ennesimo atto di spoliazione della città», già privata della Asl e con un ospedale ridimensionato. «Non ci sono imposizioni», replica il primocittadino, «in Regione è nota la mia avversione alla riforma perché non credo si possa provincializzare tutto e perché deve essere concertata con i Comuni.
Piuttosto bisognerebbe criticare la situazione della nostra Ater e la mancanza di fondi per costruire nuovi alloggi». Per Paolini le condizioni dell'azienda frentana non sono idilliache come dipinte dall'Idv e dal commissario Ater Tobia Monaco, ossia conti in regola e gestione ottima, anzi. «I conti sono in rosso», sostiene, «e le manutenzioni vanno a rilento tanto che in dieci anni alla guida della città, ho visto assegnare pochissimi alloggi.
Ci sono decine di abitazioni chiuse perché non a norma e prive di manutenzione perché non ci sono i soldi». Per il sindaco a testimoniare le difficoltà economiche dell'azienda sono i due bandi già andati deserti per l'accensione di un mutuo per la costruzione della palazzina da 15 alloggi in via Righi. Se le banche non rispondono un motivo c'è», afferma Paolini che aggiunge, «serve una riforma regionale che sblocchi i fondi per costruire le case e cominciare a smaltire le graduatorie che in città sono formate da oltre 200 famiglie».
L'Idv e la lista civica "Progetto Lanciano" sono convinti che ormai il sindaco e i consiglieri Pdl siano «piegati ai diktat regionali» visto che non sono insorti contro la fusione considerata «l'ennesimo atto di spoliazione della città», già privata della Asl e con un ospedale ridimensionato. «Non ci sono imposizioni», replica il primocittadino, «in Regione è nota la mia avversione alla riforma perché non credo si possa provincializzare tutto e perché deve essere concertata con i Comuni.
Piuttosto bisognerebbe criticare la situazione della nostra Ater e la mancanza di fondi per costruire nuovi alloggi». Per Paolini le condizioni dell'azienda frentana non sono idilliache come dipinte dall'Idv e dal commissario Ater Tobia Monaco, ossia conti in regola e gestione ottima, anzi. «I conti sono in rosso», sostiene, «e le manutenzioni vanno a rilento tanto che in dieci anni alla guida della città, ho visto assegnare pochissimi alloggi.
Ci sono decine di abitazioni chiuse perché non a norma e prive di manutenzione perché non ci sono i soldi». Per il sindaco a testimoniare le difficoltà economiche dell'azienda sono i due bandi già andati deserti per l'accensione di un mutuo per la costruzione della palazzina da 15 alloggi in via Righi. Se le banche non rispondono un motivo c'è», afferma Paolini che aggiunge, «serve una riforma regionale che sblocchi i fondi per costruire le case e cominciare a smaltire le graduatorie che in città sono formate da oltre 200 famiglie».
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