L'ex direttore dell'Arta Gaetano Basti

Peculato, condannato ex direttore dell’Arta

Tre anni e 8 mesi di reclusione a Basti, con l’auto blu tornava a casa. Il pm ha chiesto l’assoluzione

CHIETI. Il pubblico ministero Rosangela Di Stefano aveva chiesto l’assoluzione per l’ex direttore dell’Arta Gaetano Basti, invece i giudici del tribunale di Chieti presieduti da Geremia Spiniello lo hanno candannato a tre anni e 8 mesi per il reato per aver usato l’auto blu della Regione per tornare nella sua abitazione di Ortona. Basti è stato riconosciuto colpevole del reato di peculato.

L’ex direttore dell’Agenzia regionale tutela ambientale, 65 anni di Ortona, esponente di spicco del mondo degli ambientalisti abruzzesi, nominato dalla giunta di Ottaviano Del Turco, dovrà anche risarcire la parte civile, l’Arta, con 50 mila euro per danni morali e per aver provocato pregiudizio all’ente. Secondo la sentenza Basti usò l’auto blu per fini personali dalla sua nomina fino al settembre 2010. Il funzionario della Regione percepiva un compenso annuo di 134mila euro, compresi i viaggi dalla sua abitazione di Ortona alla sede del lavoro. Secondo la rappresentante della procura l’uso dell’auto blu per fini istituzionali non rientra nella fattispecie del peculato.

Basti venne messo sotto processo perché l’auto assegnatagli dall’ex giunta di centrosinistra, una Alfa Romeo 156, venne rubata sotto la sua abitazione. Da lì gli investigatori fecero una serie di accertamenti anche sul telepass, dai cui tabulati risultò che Basti uscisse a Ortona invece che a Pescara, sede dell’Arta.

Assistito dall’avvocato Augusto Civitarese, l’ambientalista nella dichiarazioni spontanee rese ai giudici si è dichiarato innocente, e ha sostenuto che si recava spesso a Ortona, perché al centro della costa e che usava l’auto per fini di servizio per ottimizzare le risorse. A riprova della sua non colpevolezza l’esponente ambientalista ha sottolineato al collegio giudicante di aver rinunciato come direttore dell’Arta a 60 mila euro, ammontare della indennità di risultato. La parte civile, rappresentata dall’avvocato di Guardiagrele, Francesco Bucceroni, ha invece insistito sul fatto che l’auto blu non poteva essere usata per raggiungere la propria abitazione. Argomentazioni accolte dal tribunale di Chieti che oltre alla reclusione all’ex direttore dell’Arta ha inflitto anche la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici e condannato alle spese processuali.

Il legale di Basti ha già annunciato il ricorso in appello contro la sentenza dei giudici teatini.

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