Petruzzi vara la linea dei sacrifici
L'imprenditore pescarese cauto sul rilancio della Casa di cura fallita
PESCARA. «Ce la metteremo tutta per ripartire, anche se l'affitto non consente politiche di ampio respiro». Nicola Petruzzi si presenta a Villa Immacolata di San Silvestro per discutere con i sindacati il piano industriale e il nuovo corso di Villa Pini nel dopo Angelini.
L'imprenditore pescarese della sanità, che ha gestito per vent'anni Villa Serena, annuncia una linea cauta ma determinata. L'obiettivo è quello di mettere a frutto due anni di contratto per porre le basi di un rilancio del principale gruppo privato abruzzese. Circondato dallo staff della clinica di Abano Terme (Padova), di cui è titolare, con al fianco del direttore generale, l'ingegner Gianni Paolo Argenti, Petruzzi conferma gli impegni: investimenti per 1,5 milioni di euro, da impiegare prevalentemente negli interventi di manutenzione di Villa Pini dopo oltre un anno di attività a singhiozzo, dovuta alla sospensione degli accrediti regionali, e l'esercizio provvisorio affidato alla curatela dell'avvocato romano, Giuseppina Ivone, all'indomani del fallimento della clinica dichiarato dal tribunale di Chieti nel febbraio scorso. Situazione difficile e complessa, che Petruzzi rimarca nel suo primo faccia a faccia con i sindacati rilanciando al tempo stesso i contenuti di una logica economica stringente. «Non siamo qui per fare beneficenza», avverte, «ma indipendentemente dal fatto che ci sarà un'asta nel 2012, e che il nostro gruppo potrà esercitare un diritto di prelazione, l'attività dei prossimi due anni si preoccuperà soprattutto di ottenere il massimo dell'efficienza in modo da giocare l'opzione d'acquisto con tutte le carte in regola».
Perché l'affitto e non l'acquisto immediato della clinica? «Non abbiamo partecipato all'asta per la cessione perché le nostre risorse sono limitate e non si può fare impresa se i bilanci non sono in equilibrio». Petruzzi parla di Villa Pini come una clinica dotata di «eccellenze, anche se espresse in modo disordinato. Non so», dice, «se sarà possibile recuperare tutto. C'è il personale da rimotivare dopo le botte ricevute in questi mesi. Sarà inoltre necessaria un'analisi dei fabbisogni sanitari regionali e, in ogni caso, non ho intenzione di replicare un'azienda generalista privata in alternativa al servizio pubblico».
Come sarà impostato allora il nuovo piano industriale? «Dobbiamo parlarne con i sindacati», spiega Petruzzi, «in ogni caso posso dire che ci sono segmenti di attività sanitarie che vanno sicuramente sviluppati in Abruzzo». Per i rappresentanti dei lavoratori, è l'avvio di una fase inedita nelle relazioni aziendali di Villa Pini dopo gli anni del «sindacato giallo» e le iniziative della famiglia Angelini che portavano i dipendenti in piazza contro la Regione. Ma è presto per fare previsioni. Il piano industriale è stato solamente abbozzato e si chiedono approfondimenti. Il prossimo confronto è già convocato per domani. Conferme arrivano invece sul fronte dell'offerta, l'unica presentata nei giorni scorsi allo studio del notaio Germano de Cinque, con la previsione di riassunzione per circa 500 lavoratori con contratti a tempo indeterminato firmati prima del gennaio 2008. Non verranno invece ricollocati quadri e dirigenti, né sarà rinnovata la collaborazione con i precari. «Ci sarà da fare dei sacrifici», conferma Petruzzi, «questo è da considerarsi un punto di partenza, non un punto di arrivo».
L'imprenditore pescarese della sanità, che ha gestito per vent'anni Villa Serena, annuncia una linea cauta ma determinata. L'obiettivo è quello di mettere a frutto due anni di contratto per porre le basi di un rilancio del principale gruppo privato abruzzese. Circondato dallo staff della clinica di Abano Terme (Padova), di cui è titolare, con al fianco del direttore generale, l'ingegner Gianni Paolo Argenti, Petruzzi conferma gli impegni: investimenti per 1,5 milioni di euro, da impiegare prevalentemente negli interventi di manutenzione di Villa Pini dopo oltre un anno di attività a singhiozzo, dovuta alla sospensione degli accrediti regionali, e l'esercizio provvisorio affidato alla curatela dell'avvocato romano, Giuseppina Ivone, all'indomani del fallimento della clinica dichiarato dal tribunale di Chieti nel febbraio scorso. Situazione difficile e complessa, che Petruzzi rimarca nel suo primo faccia a faccia con i sindacati rilanciando al tempo stesso i contenuti di una logica economica stringente. «Non siamo qui per fare beneficenza», avverte, «ma indipendentemente dal fatto che ci sarà un'asta nel 2012, e che il nostro gruppo potrà esercitare un diritto di prelazione, l'attività dei prossimi due anni si preoccuperà soprattutto di ottenere il massimo dell'efficienza in modo da giocare l'opzione d'acquisto con tutte le carte in regola».
Perché l'affitto e non l'acquisto immediato della clinica? «Non abbiamo partecipato all'asta per la cessione perché le nostre risorse sono limitate e non si può fare impresa se i bilanci non sono in equilibrio». Petruzzi parla di Villa Pini come una clinica dotata di «eccellenze, anche se espresse in modo disordinato. Non so», dice, «se sarà possibile recuperare tutto. C'è il personale da rimotivare dopo le botte ricevute in questi mesi. Sarà inoltre necessaria un'analisi dei fabbisogni sanitari regionali e, in ogni caso, non ho intenzione di replicare un'azienda generalista privata in alternativa al servizio pubblico».
Come sarà impostato allora il nuovo piano industriale? «Dobbiamo parlarne con i sindacati», spiega Petruzzi, «in ogni caso posso dire che ci sono segmenti di attività sanitarie che vanno sicuramente sviluppati in Abruzzo». Per i rappresentanti dei lavoratori, è l'avvio di una fase inedita nelle relazioni aziendali di Villa Pini dopo gli anni del «sindacato giallo» e le iniziative della famiglia Angelini che portavano i dipendenti in piazza contro la Regione. Ma è presto per fare previsioni. Il piano industriale è stato solamente abbozzato e si chiedono approfondimenti. Il prossimo confronto è già convocato per domani. Conferme arrivano invece sul fronte dell'offerta, l'unica presentata nei giorni scorsi allo studio del notaio Germano de Cinque, con la previsione di riassunzione per circa 500 lavoratori con contratti a tempo indeterminato firmati prima del gennaio 2008. Non verranno invece ricollocati quadri e dirigenti, né sarà rinnovata la collaborazione con i precari. «Ci sarà da fare dei sacrifici», conferma Petruzzi, «questo è da considerarsi un punto di partenza, non un punto di arrivo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA