Più di mille firme contro la Bonifica
Il comitato al Consorzio: restituite le somme percepite ingiustamente dal 2017
CHIETI. Oltre mille firme contro i rincari dei canoni del consorzio di bonifica Centro. La petizione è stata inviata ieri mattina dal comitato teatino “Bonifica sostenibile” presieduto da Gabriele Trovarelli, al presidente della Regione Marco Marsilio, all’assessore Emanuele Imprudente e al collegio dei revisori del consorzio di bonifica.
Il comitato è in lotta da tempo contro i rincari del consorzio commissariato da anni, che attualmente vede alla guida il funzionario della Regione Mario Battaglia. Secondo il comitato i rincari sono illegittimi e le somme vanno perciò restituite.
La petizione chiede infatti di «restituire ai consorziati le somme percepite dal 2017 a oggi, se percepite in violazione delle norme di legge e del piano di classifica». Si chiede inoltre il rispetto della legge regionale 45/2019 in materia di contabilità e separazione dei costi di bonifica da quelli delle gestioni economiche. Il contributo, è l'ultima richiesta, dovrebbe essere determinato «a norma di legge e del piano di classifica, regolamento con cui è disciplinata l'imposizione tributaria».
Alla petizione sono state allegate tutte le 1.093 firme raccolte nelle province di Chieti e Pescara. Il consorzio di bonifica Centro, ricorda il comitato, «è commissariato dal 2017 e la Regione ha una precisa funzione di controllo e valutazione annuale dei risultati di gestione, con particolare riguardo alla riduzione degli oneri di contribuenza nei confronti dei consorziati, prevista dall'articolo 21 della legge 45».
Il comitato, convinto che gli aumenti tariffari siano illegittimi, ha già in precedenza presentato un ricorso al Tar: il 24 marzo il tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito. «Dal 2017», sottolinea il comitato, «gli oneri dei contribuenti hanno subito aumenti folli e totalmente slegati dall’andamento dei costi di gestione del servizio reso, creando il paradosso che i privati cittadini di Chieti e Pescara attualmente stanno pagando le perdite subite dal consorzio a causa dei mancati pagamenti da parte del Comune di Chieti e dell'Aca e delle gestioni speciali».
Per il comitato «la determinazione del contributo di bonifica avviene in totale difformità alle norme di legge e alle stesse regole che il consorzio si è dato. Inoltre, il contributo di bonifica a carico del comparto agricolo, extra agricolo e quello sulle abitazioni private viola i principi di uguaglianza e capacità contributiva, perché penalizza alcuni a vantaggio di altri».
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il comitato è in lotta da tempo contro i rincari del consorzio commissariato da anni, che attualmente vede alla guida il funzionario della Regione Mario Battaglia. Secondo il comitato i rincari sono illegittimi e le somme vanno perciò restituite.
La petizione chiede infatti di «restituire ai consorziati le somme percepite dal 2017 a oggi, se percepite in violazione delle norme di legge e del piano di classifica». Si chiede inoltre il rispetto della legge regionale 45/2019 in materia di contabilità e separazione dei costi di bonifica da quelli delle gestioni economiche. Il contributo, è l'ultima richiesta, dovrebbe essere determinato «a norma di legge e del piano di classifica, regolamento con cui è disciplinata l'imposizione tributaria».
Alla petizione sono state allegate tutte le 1.093 firme raccolte nelle province di Chieti e Pescara. Il consorzio di bonifica Centro, ricorda il comitato, «è commissariato dal 2017 e la Regione ha una precisa funzione di controllo e valutazione annuale dei risultati di gestione, con particolare riguardo alla riduzione degli oneri di contribuenza nei confronti dei consorziati, prevista dall'articolo 21 della legge 45».
Il comitato, convinto che gli aumenti tariffari siano illegittimi, ha già in precedenza presentato un ricorso al Tar: il 24 marzo il tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito. «Dal 2017», sottolinea il comitato, «gli oneri dei contribuenti hanno subito aumenti folli e totalmente slegati dall’andamento dei costi di gestione del servizio reso, creando il paradosso che i privati cittadini di Chieti e Pescara attualmente stanno pagando le perdite subite dal consorzio a causa dei mancati pagamenti da parte del Comune di Chieti e dell'Aca e delle gestioni speciali».
Per il comitato «la determinazione del contributo di bonifica avviene in totale difformità alle norme di legge e alle stesse regole che il consorzio si è dato. Inoltre, il contributo di bonifica a carico del comparto agricolo, extra agricolo e quello sulle abitazioni private viola i principi di uguaglianza e capacità contributiva, perché penalizza alcuni a vantaggio di altri».
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