Piazza San Giustino, giunta ferma

L'ex assessore Febo: Di Primio si attenda una sequela di ricorsi delle ditte

CHIETI. Due ordini del giorno per denunciare l'immobilismo della giunta Di Primio su opere progettate per restituire decoro a piazza San Giustino e a piazza Carafa. Sono stati presentati da Luigi Febo, consigliere comunale di "Chieti per Chieti", ex assessore ai lavori pubblici. «Questa amministrazione continua a fare scelte scellerate comportandosi come se fosse ancora all'opposizione. I cittadini», attacca Febo, «devono saperlo».

Il j'accuse di Febo parte da piazza San Giustino. Oggetto, durante il governo di centrosinistra, di un concorso di idee europeo finanziato dalla Fondazione Carichieti per scegliere il nuovo maquillage della piazza. Un pool di architetti teatini ha vinto la gara e, a stretto giro, è stato bandito un appalto per la ristrutturazione di piazza San Giustino. Che, nelle intenzioni dell'ex amministrazione, doveva recuperare il suo antico ruolo di centralità perdendo quello attuale di parcheggio. Ma l'amministrazione di centrodestra ha subito bloccato il cantiere avanzando perplessità tecniche considerando l'inagibilità del municipio e di un'ala del tribunale.

Nel frattempo le offerte delle ditte interessate al restyling del primo lotto di piazza San Giustino, per circa 800 mila euro, sono arrivate in Comune. Le buste dovevano essere aperte il 1º aprile. Così non è stato e, tra un rinvio e l'altro, sono trascorsi anche i 180 giorni previsti dalla legge pena la scadenza della validità delle offerte.

«Il termine ultimo», denuncia Febo, «è scaduto e non c'è traccia di atti ufficiali in grado di chiarire le intenzioni di questa amministrazione. Il sindaco evidentemente ha deciso che la piazza che ospita la cattedrale continui ad essere un parcheggio sulla falsa linea di quanto aveva fatto Cucullo».

Secondo Febo il Comune rischia una sequela di ricorsi da parte di ditte che avevano impegnato fidejussioni bancarie. «Peraltro era stata affidata la direzione dei lavori con parcelle che andranno comunque onorate. E poi», aggiunge l'ex assessore, «le motivazioni addotte dal sindaco non reggono. Le autorizzazioni della soprintendenza ci sono mentre, non ci sono certezze sui finanziamenti necessari alla ristrutturazione del tribunale».

C'è confusione, per Febo, anche sulla sede centrale del Comune dichiarata inagibile dopo il terremoto. E' stata fatta una transazione con la compagnia assicurativa dell'immobile che dovrebbe portare nelle casse comunali circa 4 milioni. «Il condizionale è d'obbligo», precisa Febo, «poiché non ci sono atti di giunta o di consiglio in merito e non si conoscono le reali intenzioni del Comune sull'utilizzo dell'edificio». Riguardo al rifacimento di piazza Carafa allo scalo, Febo lamenta una preoccupante situazione di stallo con idee progetto ancora in busta chiusa malgrado i 450 mila euro in bilancio.

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