Pilkington, in cassa integrazione 2mila operai per una settimana
Coinvolto il 70% della forza lavorativa, il precedente periodo di Cig era scaduto lo scorso 5 novembre Di Cola (Filctem): i problemi dell’automotive non trovano soluzione. Lembo (Pd): situazione complessa
SAN SALVO. La crisi non dà tregua. Da lunedì alla Pilkington (che da un anno ha inglobato anche Primo a Bravo) partirà un nuovo ciclo di cassa integrazione che coinvolgerà il settanta per cento del personale. Il precedente ciclo di ammortizzatori sociali era terminato il 5 novembre. Questa volta la pausa lavorativa durerà una settimana. A dicembre non sono escluse altre fermate abbinate alle ferie natalizie. Il colosso internazionale dei vetro si difende ricorrendo agli ammortizzatori sociali in attesa che passi la grande crisi dell'automotive. Una mazzata per il territorio vastese e per il Paese. L'automotive a livello nazionale vale quasi il 6 per cento del prodotto interno lordo. Tradotto: più di 130 miliardi di euro. Una crisi che è esplosa anche a livello globale e per questo il problema non è di facile soluzione.
A preoccupare i sindacati c'è la concorrenza della Polonia che ha già preso produzioni industriali abruzzesi. Da più parti il governo regionale e lo Stato vengono sollecitati a difendere l'Italia e l'Abruzzo individuando soluzioni che rendano meno drammatico il momento. A parlare sono i numeri. La prossima settimana saranno in cassa integrazione 2mila dipendenti Pilkington. Alla Denso 805 lavoratori vanno a rotazione in Cig fino a fine anno. «Purtroppo il problema automotive non trova al momento soluzione», commenta Emilio Di Cola, segretario provinciale Filctem. Il Pd incalza: «È evidente che la situazione è complessa», afferma Simone Lembo, segretario del Pd. «Non soffrono solo i colossi ma tutto l'indotto legato all'automotive. La panacea non può essere solo la cassa integrazione in deroga o speciale. Gli ammortizzatori sociali aiutano per un periodo ma non risolvono il problema né del presente e né del futuro delle nostre aziende e di migliaia di famiglie del territorio. Va creato un fondo regionale per il nostro territorio. È necessario riconoscere prima possibile al Vastese l'area di crisi complessa. È fondamentale che il governo e la Regione istituiscano un tavolo permanente sulle aree di crisi complessa».
Se quindi a novembre migliaia di lavoratori staranno in cassa integrazione, a dicembre è probabile che ci sia un lungo stop fra fine 2024 e inizio anno nuovo. La stragrande maggioranza delle piccole e medie aziende di Vasto e San Salvo si fermeranno come faranno Denso e Pilkington. Unica nota positiva, continua a crescere l’interesse di diversi gruppi industriali sul Vastese. La zona industriale di Punta Penna continua ad essere appetibile per la logistica. A favorire la ripresa dell’area industriale di Punta Penna è stato anche il protocollo d’intesa sottoscritto da tutti i soggetti interessati alla Zes, fra Regione, Comune, Provincia di Chieti, Rete Ferroviaria Italiana e Autorità portuale Centro Adriatica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A preoccupare i sindacati c'è la concorrenza della Polonia che ha già preso produzioni industriali abruzzesi. Da più parti il governo regionale e lo Stato vengono sollecitati a difendere l'Italia e l'Abruzzo individuando soluzioni che rendano meno drammatico il momento. A parlare sono i numeri. La prossima settimana saranno in cassa integrazione 2mila dipendenti Pilkington. Alla Denso 805 lavoratori vanno a rotazione in Cig fino a fine anno. «Purtroppo il problema automotive non trova al momento soluzione», commenta Emilio Di Cola, segretario provinciale Filctem. Il Pd incalza: «È evidente che la situazione è complessa», afferma Simone Lembo, segretario del Pd. «Non soffrono solo i colossi ma tutto l'indotto legato all'automotive. La panacea non può essere solo la cassa integrazione in deroga o speciale. Gli ammortizzatori sociali aiutano per un periodo ma non risolvono il problema né del presente e né del futuro delle nostre aziende e di migliaia di famiglie del territorio. Va creato un fondo regionale per il nostro territorio. È necessario riconoscere prima possibile al Vastese l'area di crisi complessa. È fondamentale che il governo e la Regione istituiscano un tavolo permanente sulle aree di crisi complessa».
Se quindi a novembre migliaia di lavoratori staranno in cassa integrazione, a dicembre è probabile che ci sia un lungo stop fra fine 2024 e inizio anno nuovo. La stragrande maggioranza delle piccole e medie aziende di Vasto e San Salvo si fermeranno come faranno Denso e Pilkington. Unica nota positiva, continua a crescere l’interesse di diversi gruppi industriali sul Vastese. La zona industriale di Punta Penna continua ad essere appetibile per la logistica. A favorire la ripresa dell’area industriale di Punta Penna è stato anche il protocollo d’intesa sottoscritto da tutti i soggetti interessati alla Zes, fra Regione, Comune, Provincia di Chieti, Rete Ferroviaria Italiana e Autorità portuale Centro Adriatica.
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