Piombo e idrocarburi nel fiume
Metalli tossici individuati dalle analisi sul Moro inquinato dagli scarichi
LANCIANO. Fenoli, solventi clorurati, idrocarburi e un'altissima concentrazione di metalli. Sono i primi riscontri delle analisi effettuate dai tecnici del Comune, dopo i prelievi di martedì scorso nel torrente Moro, dove sono stati sversati liquami tossici. Si tratta di sostanze altamente inquinanti e nocive alla salute dell'uomo e, in alcuni casi, anche cancerogene.
Rame, piombo, nichel, cromo: sono tutti metalli altamente tossici e nocivi, rinvenuti in grande quantità sia nei sedimenti che nelle acque del torrente Moro, assieme ad altre sostanze pericolose e cancerogene.
Le analisi effettuate dal Comune parlano chiaro: lo sversamento, avvenuto nei giorni scorsi ad opera di ignoti nelle acque che affluiscono al fiume Moro, non solo è ad altissima concentrazione, ma è anche tossico e nocivo per la salute umana.
E si tratta di sostanze come cloroetilene, rinvenuta stranamente nei prelievi nonostante sia altamente volatile, cromo, plecloroetilene (cancerogeno), solventi clorurati, trielina e derivati dal benzene che provocano danni per inalazione e ingestione diretta o indiretta, come l'uso delle acque per la coltivazione. La concentrazione degli inquinanti deve essere stata molto elevata se, a distanza di giorni e dopo le piogge delle ultime ore, sono state riscontrate ancora determinate sostanze altamente volatili.
L'analisi è stata effettuata per conto dell'assessorato all'ambiente martedì scorso, dopo l'allarme lanciato sul Centro dall'associazione Nuovo senso civico. Arta, Asl, Forestale e autorità preposte, seppur allertate già da domenica scorsa, non hanno avvisato il Comune.
«È assurdo che le istituzioni preposte al controllo sanitario non si siano preoccupate subito di avvisare la popolazione», sottolinea Alessandro Lanci, presidente dell'associazione Nuovo senso civico, «in questa zona ci sono pozzi per irrigare le campagne e in tanti tra contadini e residenti frequentano le zone bagnate dal Moro: se non fossero intervenuti dei privati cittadini a dare l'allarme quando saremmo venuti a conoscenza di questo danno ambientale?».
I prelievi sono stati fatti ad opera di un tecnico comunale e del geologo Massimo Ranieri. Ieri, dopo decine di prove a contrasto da parte di un laboratorio analisi privato, sono arrivati i primi risultati. «Ho proposto al sindaco di indire una conferenza di servizio urgente con tutti i comuni del bacino idrografico del Moro», spiega Ranieri, «bisogna monitorare il fiume e tutti i suoi affluenti e garantire maggiori controlli».
Rame, piombo, nichel, cromo: sono tutti metalli altamente tossici e nocivi, rinvenuti in grande quantità sia nei sedimenti che nelle acque del torrente Moro, assieme ad altre sostanze pericolose e cancerogene.
Le analisi effettuate dal Comune parlano chiaro: lo sversamento, avvenuto nei giorni scorsi ad opera di ignoti nelle acque che affluiscono al fiume Moro, non solo è ad altissima concentrazione, ma è anche tossico e nocivo per la salute umana.
E si tratta di sostanze come cloroetilene, rinvenuta stranamente nei prelievi nonostante sia altamente volatile, cromo, plecloroetilene (cancerogeno), solventi clorurati, trielina e derivati dal benzene che provocano danni per inalazione e ingestione diretta o indiretta, come l'uso delle acque per la coltivazione. La concentrazione degli inquinanti deve essere stata molto elevata se, a distanza di giorni e dopo le piogge delle ultime ore, sono state riscontrate ancora determinate sostanze altamente volatili.
L'analisi è stata effettuata per conto dell'assessorato all'ambiente martedì scorso, dopo l'allarme lanciato sul Centro dall'associazione Nuovo senso civico. Arta, Asl, Forestale e autorità preposte, seppur allertate già da domenica scorsa, non hanno avvisato il Comune.
«È assurdo che le istituzioni preposte al controllo sanitario non si siano preoccupate subito di avvisare la popolazione», sottolinea Alessandro Lanci, presidente dell'associazione Nuovo senso civico, «in questa zona ci sono pozzi per irrigare le campagne e in tanti tra contadini e residenti frequentano le zone bagnate dal Moro: se non fossero intervenuti dei privati cittadini a dare l'allarme quando saremmo venuti a conoscenza di questo danno ambientale?».
I prelievi sono stati fatti ad opera di un tecnico comunale e del geologo Massimo Ranieri. Ieri, dopo decine di prove a contrasto da parte di un laboratorio analisi privato, sono arrivati i primi risultati. «Ho proposto al sindaco di indire una conferenza di servizio urgente con tutti i comuni del bacino idrografico del Moro», spiega Ranieri, «bisogna monitorare il fiume e tutti i suoi affluenti e garantire maggiori controlli».
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