Pista ciclabile pericolosa La giunta avvia la perizia per lo smantellamento 

Il sindaco Paolini: «Ho chiesto quanto si spende, recintarla è impossibile Poi andrò in Regione per capire se dobbiamo restituire i 600mila euro»

LANCIANO. «Ho richiesto una valutazione tecnica per calcolare i costi dello smantellamento della pista ciclabile in via Del Mare»: è il sindaco Filippo Paolini ad annunciare l’incarico di verifica su un’altra opera ereditata dall’ex giunta Pupillo con «problemi» evidenziati in particolare dalla sentenza del giudice Massimo Canosa che ha rilevato «l’estrema pericolosità della ciclabile». «Un’altra “pezza” per coprire i problemi creati nei lavori pubblici dall’ex giunta», dice il sindaco. «In dieci anni e mezzo hanno realizzato opere che ci ritroviamo con delle criticità. Ora abbiamo risolto il Corso, a pezzi, con l’accordo con la ditta che ha fatto i lavori per risistemare la zona pedonale e i passi carrabili; non risolviamo tutto ma cerchiamo di migliorare l’opera basata su una scelta progettuale sbagliata, realizzata con materiali non adatti e scadenti e senza che l’amministrazione di allora controllasse i lavori. Ma abbiamo altri problemi come ad esempio interventi settimanali su via dei Frentani (che l’ex giunta ha rifatto durante il primo mandato, ndc) per il porfido sistemato male che salta, via Corsea lasciata incompleta (ultimata nel maggio 2022) e la ciclabile pericolosa».
Della pista ciclabile di via del Mare il sindaco ha sul tavolo la relazione del giudice Canosa che ha archiviato l’inchiesta penale aperta sull’opera perché non ha rilevato reati - 4 tecnici furono indagati per falsità ideologica e lesioni - ma ne ha sottolineato «l’estrema pericolosità». Il giudice ha messo nero su bianco i problemi: «la scarsa e insufficiente visuale degli utenti che devono immettersi su via del Mare costretti ad invadere la pista ciclabile»; il fatto che «la pista è a doppio senso di marcia con corsie ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale»; che quasi «il 50% della ciclabile non è separata dalla strada da cordolo invalicabile»; e che «la segnaletica contrasta con il codice della strada». E soprattutto a preoccupare il sindaco c’è la questione della corresponsabilità delle amministrazioni passate e attuali in caso di incidenti da affrontare. «Recintarla è impossibile, valutiamo il costo effettivo dello smantellamento e poi, cifre esatte alla mano, andrò a parlare con la Regione per capire se dobbiamo ridare i soldi, i 600.000 euro finanziati e vedremo. Di certo è una questione da risolvere».
Ma ci sono altre opere ereditate che non ancora vedono la luce. Ad esempio la scuola dell’infanzia in legno, antisismica, ecosostenibile, ad un solo piano che sta sorgendo tra via Decorati e piazza Cuonzo, accanto alla scuola elementare Rocco Carabba: è attesa dal 2018. Risale infatti a 6 anni fa l’appalto, poi il Covid e l’avvio dei lavori dall’ex giunta nel febbraio 2021 andati avanti a singhiozzo con lunghi fermi. La “rinegoziazione” di tempi e costi dell'attuale giunta con la ditta e altri problemi per i materiali. «Bisogna finire l’area esterna e gli impianti», precisa l’assessore Paolo Bomba, «speriamo di poter aprire per settembre 2025».
Altra opera attesa da 5 anni è la torre ascensore alta 28 metri, di forma triangolare, che entro il 2021 doveva collegare il parcheggio di Sant'Egidio ai quartieri storici Civitanova e Sacca: si spera sarà ultimata a Natale con la giunta che sta facendo pagare alla ditta una penale per ritardi nella consegna.
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