Ponte Morandi, parla Rita: io miracolata? No, sono viva per caso
Il racconto dell'agente immobiliare di Lanciano trasferita all'ospedale di Trieste dopo 4 operazioni e 22 giorni in coma
PESCARA."Se mi considero miracolata? No, non userei questo termine, preferisco ricondurre le cose al caso. So che ho avuto molta fortuna, non ho allungato la lista dei decessi e questo è sicuramente un evento che ti cambia la vita e che funge da spartiacque tra un prima e un dopo. Sono stata fortunata anche per la struttura in cui sono capitata. Sono stata trattata da tutti in maniera egregia". Sono le prime parole che Rita Giancristofaro ha rilasciato dal letto dell'ospedale dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova.
Lei, 41 anni, di Lanciano, agente immobiliare a Trieste, quella mattina del 14 agosto stava percorrendo il ponte con una Golf blu insieme al fidanzato Federico Cerna. In pochi minuti è stata inghiottita dal cemento, il ponte è collassato e lei si è ritrovata sepolta dalla macerie e schiacciata dalle lamiere sul letto del fiume Polcevera. E' sopravvissuta. E' stata ricoverata in coma, operata quattro volte, ha lottato contro la morte per almeno 22 giorni. E ha vinto. Ieri è stata trasferita all'ospedale di Trieste. Ora può raccontare quegli attimi terribili e da dove vorrebbe riniziare.
Rita Giancristofaro ha parlato con Benedetta Moro de Il Piccolo di Trieste. "Ho ripreso conoscenza per poco nell’abitacolo della Golf, ma ero talmente frastornata che non ho compreso la gravità della situazione. Sentivo il vociare dei soccorritori. Prima di ritornare cosciente sono passati diversi giorni. Ero in terapia intensiva", ricostruisce senza ossessione quei momenti: "Ho dei flash, ma ho ancora tanti spazi vuoti, però preferisco così". Né ha potuto approfondire la questione con il suo compagno: "Siamo in due ospedali diversi, ci siamo sentiti solo telefonicamente".
È difficile stare ferma, per lei che è una sportiva appassionata di podismo."L’obiettivo è divertirsi, arrivare e non farsi male. Spero di tornare a correre il prima possibile. Mi allenavo cinque, sei volte alla settimana. Voglio venire a fare la mezza maratona a Genova. E' un modo anche per chiudere il cerchio». Le colpe? La responsabilità del crollo del ponte Morandi? "Tutta questa polemica che circonda l’evento la lascio da parte", risponde, "ho tutta la rassegna stampa da leggere, lo farò più avanti".