Presi con tre chili di hascisc nell’auto
Corrieri napoletani disoccupati intercettati sulla Trignina e fermati a Punta Penna.
VASTO. Sono stati intercettati lungo la Trignina, ma alla vista dei carabinieri, hanno premuto sull’acceleratore. Una volta che sono stati raggiunti e fermati si è capito il motivo: avevano l’auto imbottita di hascisc, circa tre chili, divisi in trenta confezioni sottovuoto, che portavano dalla Campania. Sono così finiti in carcere due disoccupati di Napoli, le cui foto non sono state fatte riprendere dalla stampa. Si tratta di Gaetano Solla, 33 anni e Armando Minichino, 31, fino a ieri sconosciuti alle forze dell’ordine, e sui quali pende ora l’accusa di detenzione a fini di spaccio.
Gli arresti e il sequestro dei trenta panetti di droga - valore commerciale che va da 15 a 20mila euro - promettono sviluppi. Il capitano Giuseppe Loschiavo ha definito l’operazione «l’inizio di un nuovo capitolo» lasciando intendere forse che è aperta la caccia ai grossisti.
I militari stanno cercando di ricomporre il puzzle della nuova filiera della distribuzione della droga, scoprendo il ruolo degli arrestati. Per Gaetano Solla e Armando Minichino è prevista l’udienza di convalida da parte del giudice per le indagini preliminari.
I due sono stati incrociati da un’auto civetta dei militari del nucleo operativo e radiomobile mercoledì, poco prima delle 19, all’uscita della Trignina. Erano su una Fiat Multipla. Il loro comportamento avrebbe insospettito i carabinieri che hanno deciso di seguire la vettura dallo svincolo della Ss 650 all’area industriale di Punta Penna.
Arrivati sulla statale 16 nord, la Multipla ha accelerato e a quel punto i carabinieri, coordinati dal tenente Emanuela Cervellera, per evitare possibili fughe li hanno bloccati.
Il guidatore e il suo amico sarebbero apparsi pallidi, spaventati e nervosi. Quindi è scattata la perquisizione della vettura.
Nel portaoggetti, tra la leva del cambio e il sedile del passeggero, sono spuntate trenta tavolette da 100 grammi l’una di hashish.
«Riteniamo che la droga dovesse essere consegnata ad un distributore locale in vista del week-end», sostengono gli investigatori, «è da accertare il ruolo dei due disoccupati che insieme alla droga avevano anche 400 euro, probabilmente provento dello spaccio».
La Multipla, che non appartiene a nessuno dei due arrestati, è sotto sequestro. Solla e Minichino alle contestazioni dei carabinieri avrebbero risposto con il silenzio. Si sono fatti ammanettare e condurre nel carcere di Torre Sinello senza opporre resistenza.
Gli arresti e il sequestro dei trenta panetti di droga - valore commerciale che va da 15 a 20mila euro - promettono sviluppi. Il capitano Giuseppe Loschiavo ha definito l’operazione «l’inizio di un nuovo capitolo» lasciando intendere forse che è aperta la caccia ai grossisti.
I militari stanno cercando di ricomporre il puzzle della nuova filiera della distribuzione della droga, scoprendo il ruolo degli arrestati. Per Gaetano Solla e Armando Minichino è prevista l’udienza di convalida da parte del giudice per le indagini preliminari.
I due sono stati incrociati da un’auto civetta dei militari del nucleo operativo e radiomobile mercoledì, poco prima delle 19, all’uscita della Trignina. Erano su una Fiat Multipla. Il loro comportamento avrebbe insospettito i carabinieri che hanno deciso di seguire la vettura dallo svincolo della Ss 650 all’area industriale di Punta Penna.
Arrivati sulla statale 16 nord, la Multipla ha accelerato e a quel punto i carabinieri, coordinati dal tenente Emanuela Cervellera, per evitare possibili fughe li hanno bloccati.
Il guidatore e il suo amico sarebbero apparsi pallidi, spaventati e nervosi. Quindi è scattata la perquisizione della vettura.
Nel portaoggetti, tra la leva del cambio e il sedile del passeggero, sono spuntate trenta tavolette da 100 grammi l’una di hashish.
«Riteniamo che la droga dovesse essere consegnata ad un distributore locale in vista del week-end», sostengono gli investigatori, «è da accertare il ruolo dei due disoccupati che insieme alla droga avevano anche 400 euro, probabilmente provento dello spaccio».
La Multipla, che non appartiene a nessuno dei due arrestati, è sotto sequestro. Solla e Minichino alle contestazioni dei carabinieri avrebbero risposto con il silenzio. Si sono fatti ammanettare e condurre nel carcere di Torre Sinello senza opporre resistenza.