Presta soldi a tassi del 300% : arrestato
In carcere un pescarese di 50 anni denunciato da un ristoratore di Villamagna. Indagato anche un complice
CHIETI. Prestava denaro con tassi di interesse fino al 300 per cento, poi minacciava i suoi debitori per avere indietro le somme maggiorate.
Con l’accusa di usura ed estorsione è finito nel carcere di San Donato, a Pescara, Luigi Catapano, 50 anni, originario del capoluogo adriatico. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta del pubblico ministero Giampiero Di Florio. Risulta indagata a piede libero un’altra persona, F.D., che avrebbe fatto da intermediario tra il presunto usuraio e piccoli imprenditori del chietino in difficoltà. Le indagini sono condotte dalla squadra mobile di Chieti, guidata dal vice questore aggiunto Francesco Costantini, perché le vittime sono imprenditori del circondario teatino.
Tutto parte ad aprile 2011, dopo la denuncia di un ristoratore di Villamagna, che racconta di aver ricevuto, due anni prima, un prestito di 5 mila euro da F.D., suo parente. Questi cede il credito a Catapano, il quale inizia a tartassare il ristoratore: dopo aver riscosso 14 mila euro di interesse gliene chiede altri 7 mila, 2 mila in più rispetto al debito che aveva con il parente. Le richieste diventano sempre più pressanti, al telefono e di persona: in un’occasione sembra che Catapano abbia minacciato la vittima nel suo locale, di fronte ad alcuni clienti.
Esasperato, il ristoratore decide di raccontare il suo dramma alla polizia. E inizia un accurato lavoro di indagine che permette di scoprire un sistema di usura ben collaudato. Una delle vittime avrebbe ricevuto da Catapano un prestito di 5 mila euro, da restituire con un interesse mensile di circa 1.300 euro: a quel punto il debito sarebbe arrivato a oltre 16 mila euro solo contando gli interessi, con un tasso superiore al 200 per cento. Impossibilitato a saldare il suo debito, l’imprenditore avrebbe chiesto ulteriori 3.800 euro, da restituire con un tasso annuo del 300 per cento circa. Ulteriore garanzia sarebbe stata la stipula di una procura alla vendita di un’Audi A4. In un altro caso sarebbe stato F.D. a stringere i contatti con un’ulteriore vittima, dopo avergli prestato 10 mila euro con un interesse di 6 mila. Poi gli avrebbe presentato Catapano, che avrebbe prestato ulteriori 12 mila euro in due diverse occasioni, arrivando a chiedere interessi fino a 64 mila euro, dopo aver ricevuto dal presunto complice la cifra che quest’ultimo aveva ottenuto dalla vittima. Gli investigatori continuano ad indagare per verificare se altri imprenditori siano caduti nella rete.
Francesca Rapposelli
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