Prg, la maggioranza in ordine sparso

Di Francescantonio (Pdl): «Fretta inspiegabile». Gargarella (Udc): «Mi vergogno»

LANCIANO. Sul Prg, secondo le stime della maggioranza, si doveva procedere come un treno. E invece il consiglio comunale (questa mattina è prevista un'altra seduta), ancora nella fase di esame delle 703 osservazioni, sembra arenarsi ad ogni stazione. Dopo l'ennesima seduta saltata per mancanza del numero legale, emergono i malumori della maggioranza. Se il sindaco Filippo Paolini frena, giustificando gli assenti per motivi di lavoro, il capogruppo Pdl, Umberto Di Francescantonio accusa: «Ormai c'è disamore sul Piano regolatore generale».

La sensazione è che si proceda per inerzia. Il Prg atteso da 30 anni doveva essere l'ultimo glorioso atto dell'amministrazione Paolini, ma la via dell'approvazione è piena di intoppi a giudicare dalle sedute saltate per pause cena troppo lunghe o, come nel caso di mercoledì scorso, per mancanza del numero legale.

L'accusa di disinteresse per lo strumento urbanistico e di «arroganza nel portarlo avanti a tutti i costi», ancora una volta viene dalle stesse fila della maggioranza.  «Le cose sono troppo altalenanti, ecco perchè si perde mordente», commenta Umberto Di Francescantonio, capogruppo Pdl, «chi si assenta è perché ha impegni di lavoro o non ci tiene più di tanto all'approvazione dello strumento urbanistico.

Non condivido il discorso di chi invoca le dimissioni (il consigliere comunale Fernando De Rentiis aveva esternato il suo disappunto dopo l'ultima seduta andata a vuoto, ndc), in quanto si possono dimettere solo gli assessori, ma è vero che c'è disamore».  «Semmai», continua il capogruppo Pdl, «si doveva dimettere a suo tempo il presidente del consiglio comunale, visto che, in quanto tale, è lui a dover tenere le redini delle sedute, soprattutto in una materia delicata come il Prg.

Non ha senso nemmeno accusare la minoranza: la responsabilità è soprattutto nostra; l'opposizione fa il suo lavoro, siamo noi che abbiamo il compito dell'approvazione del piano regolatore. Abbiamo aspettato trent'anni e non si può fare tutto in un mese, così diventa una forma di arroganza e si va incontro a situazioni come queste».  Ma il sindaco, Filippo Paolini (Pdl) frena: «Ci sono persone che lavorano anche fuori regione», ha commentato, «e non si può chiedere loro di restare in aula per ore e ore, ormai il Prg andrà solo in seconda convocazione». 

«Non ci si può candidare così», critica invece il capogruppo del Pd Franco Ferrante, «la minoranza fa uno sforzo ad ogni seduta pur di essere in aula, dovrebbe farlo anche la maggioranza. Da sempre diciamo che questa è un'amministrazione che non amministra, che sta puntando tutto sul Prg e poi non riesce a mantenere nemmeno il numero legale. Ma la città non è solo piano regolatore, siamo fermi su tutto: commercio, servizi, infrastrutture, come opposizione faremo le nostre distinzioni e ci opporremo di fronte alle brutture di questo Prg».

Critico anche il capogruppo Udc, Roberto Gargarella: «Mi vergogno a parlare con la gente di Prg», commenta amareggiato, «in maggioranza avevo proposto le dimissioni di tutti i consiglieri perchè non si può andare avanti così. Tutti hanno i propri impegni, ma a questo punto sarebbe meglio programmare le sedute sul Prg in modo da non incorrere in queste brutte figure. Se non si riesce ad andare avanti facciamo un rimpasto con la minoranza per dare finalmente alla città il suo piano regolatore». 

Pierluigi Vinciguerra, consigliere Idv, fa invece riferimento alle commissioni: «Se si fosse parlato in quella sede delle osservazioni», afferma, «adesso non ci troveremmo in questa situazione. Ci hanno accusato di ostruzionismo, ma la verità è che la maggioranza si sta accorgendo solo adesso delle incongruenze del Prg e tenta in tutti i modi di temporeggiare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA