Primavera: «Abbiamo bisogno dell'università»
CHIETI. «L'università D'Annunzio deve avere più rapporti con le imprese: il nuovo rettore dia il via al cambiamento». Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, a pochi giorni dall'annuncio delle dimissioni di Franco Cuccurullo, rettore da 15 anni, torna a chiedere più attenzione al connubio tra ateneo e aziende. «Mi aspetto da chi si candida a rettore dell'università», spiega Primavera, «che rispetti i principi di autonomia e flessibilità, stabilisca nuovi criteri per il reclutamento, più concorrenza con altri atenei e principalmente più rapporto con le imprese. In questi anni, l'università è stata distaccata dal mondo produttivo».
Sulle stesse posizioni Enrico Marramiero, presidente di Confindustria Pescara, secondo cui è imprescindibile creare un legame forte tra la D'Annunzio e il mondo dell'impresa. «Bisogna trovare il mezzo migliore per farlo e non mettersi in un'ottica di contrapposizione ma di collaborazione», afferma Marramiero, «l'importante è costruire insieme qualcosa, gli strumenti per farlo ci sono. Oggi l'impresa ha bisogno di internazionalizzazione e innovazione, e in quest'ultimo campo l'università è risolutiva. Per questo faccio un appello al prossimo rettore, perché abbia una completa apertura al dialogo». Primavera rilancia la possibilità che «nella governance ci siano anche rappresentanti del mondo economico».
Ma su questo la legge Gelmini e il nuovo statuto universitario che l'ha recepita, sono chiari nell'escludere nel consiglio di amministrazione sia la presenza di rappresentanti delle categorie che delle istituzioni. Un divieto che secondo Marramiero non rappresenta un ostacolo alla collaborazione. «Il modo si trova», afferma, «si possono istituire comitati consuntivi, deliberativi, congiunti: una volta che c'è la volontà, la forma non è più una difficoltà».
È così che gli industriali fanno appello al prossimo rettore: «Abbiamo assolutamente bisogno di ricerca e dell'università», ribadisce Primavera, «ma dobbiamo lavorare insieme con costanza non a spot come adesso, se non facciamo squadra non saremo mai competitivi. Questo penalizza anche il mondo accademico perché se si fanno ricerche finalizzate allo sviluppo economico, anche l'università ne ha un rientro. Dobbiamo avere sempre più imprese globalizzate e questo si fa solo con l'aiuto del mondo accademico: la ricerca oggi le aziende sono costrette a farsela da sole».
E poi il confronto con le altre realtà. «Ci sono università già legate al mondo produttivo, da noi non è così. Da più di 12 anni rappresento gli industriali e non ho mai avuto l'onore di incontrare il rettore. Abbiamo collaborato con alcune facoltà, ma il nostro obiettivo era dialogare e programmare, e per fare questo occorre la volontà di entrambe le parti. La mia non vuole essere una polemica sterile ma un'apertura», conclude Primavera, «senza il sistema universitario non riusciamo ad essere competitivi. È questo il mio appello».
Sulle stesse posizioni Enrico Marramiero, presidente di Confindustria Pescara, secondo cui è imprescindibile creare un legame forte tra la D'Annunzio e il mondo dell'impresa. «Bisogna trovare il mezzo migliore per farlo e non mettersi in un'ottica di contrapposizione ma di collaborazione», afferma Marramiero, «l'importante è costruire insieme qualcosa, gli strumenti per farlo ci sono. Oggi l'impresa ha bisogno di internazionalizzazione e innovazione, e in quest'ultimo campo l'università è risolutiva. Per questo faccio un appello al prossimo rettore, perché abbia una completa apertura al dialogo». Primavera rilancia la possibilità che «nella governance ci siano anche rappresentanti del mondo economico».
Ma su questo la legge Gelmini e il nuovo statuto universitario che l'ha recepita, sono chiari nell'escludere nel consiglio di amministrazione sia la presenza di rappresentanti delle categorie che delle istituzioni. Un divieto che secondo Marramiero non rappresenta un ostacolo alla collaborazione. «Il modo si trova», afferma, «si possono istituire comitati consuntivi, deliberativi, congiunti: una volta che c'è la volontà, la forma non è più una difficoltà».
È così che gli industriali fanno appello al prossimo rettore: «Abbiamo assolutamente bisogno di ricerca e dell'università», ribadisce Primavera, «ma dobbiamo lavorare insieme con costanza non a spot come adesso, se non facciamo squadra non saremo mai competitivi. Questo penalizza anche il mondo accademico perché se si fanno ricerche finalizzate allo sviluppo economico, anche l'università ne ha un rientro. Dobbiamo avere sempre più imprese globalizzate e questo si fa solo con l'aiuto del mondo accademico: la ricerca oggi le aziende sono costrette a farsela da sole».
E poi il confronto con le altre realtà. «Ci sono università già legate al mondo produttivo, da noi non è così. Da più di 12 anni rappresento gli industriali e non ho mai avuto l'onore di incontrare il rettore. Abbiamo collaborato con alcune facoltà, ma il nostro obiettivo era dialogare e programmare, e per fare questo occorre la volontà di entrambe le parti. La mia non vuole essere una polemica sterile ma un'apertura», conclude Primavera, «senza il sistema universitario non riusciamo ad essere competitivi. È questo il mio appello».
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