Primavera: Chieti diventi polo culturale
Proposte del presidente di Confindustria: campus scolastici nelle vecchie caserme
CHIETI. Il rettorato dell'università nell'ex ospedale San Camillo e le caserme dismesse convertite in campus scolastici. Per Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, il rilancio di Chieti può ripartire da un progetto unico: "Chieti polo della cultura e dell'alta formazione nell'area metropolitana e per l'Abruzzo". L'industriale risponde così alla proposta dell'Archeolub di disegnare un progetto per la città, che superi le ideologie e ponga obiettivi strategici cadenzati nel tempo, con l'impegno delle diverse amministrazioni ad attenervisi. «Chieti», osserva Primavera, «può diventare polo culturale e d'alta formazione, allargandosi a istanze multiple. Credo che in questo possa giocare un ruolo fondamentale l'arcivescovo Bruno Forte, personalità culturale di spicco, apprezzata a livello anche internazionale. Entrare in sinergia con lui, che spesso ci dà esempi di alto valore culturale, è imprescindibile».
L'obiettivo di rilancio della città per Primavera deve fare da collante tra Comune, Università, mondo produttivo, a partire da Confindustria e Arcidiocesi di Chieti-Vasto nella persona di monsignor Forte. Come fare? «Riportiamo al colle il rettorato», risponde Primavera, «per avere un'università di qualità in sedi di prestigio. La location del San Camillo, del resto, mi ricorda molto quella romana della Luiss. Auspico che con il nuovo Rettore ci sia apertura al mondo economico, finora quasi assente. Del resto in tutti i grandi sistemi sviluppati il settore universitario collabora strettamente con quello economico».
Primavera torna sulla possibilità di coinvolgere i privati nel recupero delle caserme dismesse. «La fuga dell'esercito da Chieti la vedo come un'opportunità per ridisegnare un ruolo economico e strategico», osserva l'industriale, «trasformiamo le caserme in campus scolastici, stile americano, con formazione dagli asili nido e fino alle superiori, in cui si innestino anche servizi per la scuola, piccole attività commerciali dedicate, realtà sportive e ostelli, ma anche centri di alta formazione, in sinergia col mondo economico e produttivo, gestiti in sinergia col sistema universitario. Tutto per creare un circuito di formazione completa, su livelli ancora inediti in Italia».
Non manca il percorso. «Il Comune», conclude Primavera, «chiede al ministero la cessione gratuita delle caserme per finalità pubblica, ossia l'attivazione di scuole. Nel frattempo dismette gli edifici scolastici che sono al centro storico, appetibili per attività residenziale, direzionale e commerciale. In cambio dal privato ottiene interventi per la conversione delle caserme a campus di formazione. Del resto è preferibile avere studenti in centro storico, più che militari». I tempi sono stretti. «Con la scomparsa dei confini provinciali», conclude Primavera, «senza la scelta strategica di diventare polo culturale e dell'alta formazione, Chieti rischia di scomparire dalla geografia regionale degli interessi di mercato».
L'obiettivo di rilancio della città per Primavera deve fare da collante tra Comune, Università, mondo produttivo, a partire da Confindustria e Arcidiocesi di Chieti-Vasto nella persona di monsignor Forte. Come fare? «Riportiamo al colle il rettorato», risponde Primavera, «per avere un'università di qualità in sedi di prestigio. La location del San Camillo, del resto, mi ricorda molto quella romana della Luiss. Auspico che con il nuovo Rettore ci sia apertura al mondo economico, finora quasi assente. Del resto in tutti i grandi sistemi sviluppati il settore universitario collabora strettamente con quello economico».
Primavera torna sulla possibilità di coinvolgere i privati nel recupero delle caserme dismesse. «La fuga dell'esercito da Chieti la vedo come un'opportunità per ridisegnare un ruolo economico e strategico», osserva l'industriale, «trasformiamo le caserme in campus scolastici, stile americano, con formazione dagli asili nido e fino alle superiori, in cui si innestino anche servizi per la scuola, piccole attività commerciali dedicate, realtà sportive e ostelli, ma anche centri di alta formazione, in sinergia col mondo economico e produttivo, gestiti in sinergia col sistema universitario. Tutto per creare un circuito di formazione completa, su livelli ancora inediti in Italia».
Non manca il percorso. «Il Comune», conclude Primavera, «chiede al ministero la cessione gratuita delle caserme per finalità pubblica, ossia l'attivazione di scuole. Nel frattempo dismette gli edifici scolastici che sono al centro storico, appetibili per attività residenziale, direzionale e commerciale. In cambio dal privato ottiene interventi per la conversione delle caserme a campus di formazione. Del resto è preferibile avere studenti in centro storico, più che militari». I tempi sono stretti. «Con la scomparsa dei confini provinciali», conclude Primavera, «senza la scelta strategica di diventare polo culturale e dell'alta formazione, Chieti rischia di scomparire dalla geografia regionale degli interessi di mercato».
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