CHIETI
Quota 100, in Abruzzo più di 500 infermieri in pensione
Allarme dell'ordine professionale: "A rischio la sicurezza delle cure"
CHIETI. Oltre 500 infermieri in Abruzzo sono pronti ad andare in pensione anticipata approfittando della «quota 100», con l'effetto di rendere ancora più pesante la già grave carenza di personale sanitario nelle Asl che rischia di portare a un buco stimato in 2mila 482 unità. In Abruzzo si potrebbe arrivare a 156 professionisti sanitari mancanti ogni 100mila abitanti, la media nazionale è 126. A lanciare l'allarme è il presidente dell'ordine delle professioni infermieristiche (Opi) della provincia di Chieti, Giancarlo Cicolini, citando dati del centro studi della federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi). «Chiediamo alle aziende sanitarie locali, per quanto ci riguarda quella di Lanciano Vasto Chieti», scrive Cicolini in un documento della federazione, «di accelerare le procedure concorsuali e tutti gli strumenti per l'assunzione di nuovo personale. Chiediamo un confronto immediato all'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, per illustrare la gravità della situazione e cercare insieme le soluzioni più rapide ed efficaci». Sono 1.996 in Abruzzo gli infermieri che, al 31 dicembre 2018, hanno maturato i requisiti previsti da «quota 100»: di questi, la Fnopi valuta che 599 potrebbero effettivamente usufruirne, il 59,11% del personale sanitario (compresi medici e altre figure) considerati in uscita nei prossimi mesi. Si aggiungono 481 pensionamenti ordinari, per raggiunti limiti d'età a fine dicembre 2018, che si sommano alla strutturale carenza di 1.452 infermieri rispetto alle reali esigenze dei cittadini. Ne mancano, secondo le stime dell'ordine di Chieti, 719 necessari per assistenza alle persone fragili (anziani, malati cronici, non autosufficienti e pazienti che necessitano di gestione sanitaria costante) e altri 733 infermieri secondo i parametri per le dotazioni organiche fissati dall'Unione europea e che l'Italia, e l'Abruzzo, non rispettano. «Vorremmo fosse chiaro», dichiara Cicolini, «che non si tratta di un problema solo degli infermieri, ma riguarda tutti i cittadini. Sono a rischio gravissimo le cure, la sicurezza delle prestazioni erogate ai pazienti perché i reparti rischiano di rimanere senza personale, di non poter garantire i turni. Siamo di fronte a un problema enorme e immediato».