Rapine, armi ed estorsioni Parte del processo a Lecco

VASTO. Rapine, armi ed esplosioni. La stragrande maggioranza dei presunti reati che hanno dato vita alle due maxi operazioni Histonium 1 e Histonium 2 saranno giudicati a Vasto. Ma non tutti. Ieri mattina il Gup di Lecco, Massimo Marcaldo, ha respinto la richiesta del difensore di Michele Pasqualone, l’avvocato Marisa Berarducci, e disposto il rinvio a giudizio davanti al tribunale di Lecco dell’imprenditore calabrese residente a Vasto, e con lui del figlio Domenico, di Francesco D’Esposito e Graziano Nettuno e altri imputati. Il processo si terrà davanti al collegio il 26 settembre 2013. Gli imputati sono accusati in questo caso di estorsione e tentata estorsione.

Le contestazioni sollevate in Lombardia seguiranno quindi un percorso giudiziario diverso dal processo principale. L’operazione Histonium portò in carcere 26 persone. Cinque di loro furono prosciolte. Ventuno sono ancora in attesa di giudizio. La prima sezione della Cassazione un mese fa ha condiviso il conflitto di competenza sollevato dal Gup di Lecco fatta eccezione per quattro episodi commessi nella città lombarda. Ieri l’avvocato Berarducci ha sottolineato che la vicenda prese le mosse in Abruzzo e sarebbe stato più logico trasferire l’intero faldone a Vasto. Il pm Del Grosso ha condiviso la tesi difesiva. Il Gup no.

L’operazione Histonium partì sette anni fa con i primi attentati a Vasto. Finirono in carcere 9 persone con l’accusa di detenzione di armi, esplosivi e rapine. La Procura spiegò che gli accusati si preparavano a minacciare alcuni imprenditori del Nord. In mano agli investigatori finì un’agenda. Da quegli appunti nacque Histonium 2 che a giugno 2008 portò in carcere altri 17 indagati.

Il ping pong giudiziario fra Abruzzo e Lombardia è durato 5 anni. Dopo l'udienza preliminare di ieri dovrebbe essere definitivamente concluso. Al momento non è stata ancora fissata la data dell’udienza preliminare a Vasto. (p.c.)

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