Rapine e incendi dolosi aperti i processi Histonium
Gli imputati accusati di associazione per delinquere anche per le estorsioni La Berarducci, difensore di Pasqualone: faremo chiarezza
VASTO. «Il desiderio del mio cliente è che il processo venga celebrato prima possibile. Solo durante l’udienza, grazie al contradditorio, sarà fatta chiarezza». Così l’avvocato Marisa Berarducci, legale di Michele Pasqualone, commenta l’avvio a Vasto del procedimento giudiziario sulla vicenda Histonium 1 e 2. Su 21 imputati alcuni hanno già patteggiato condanne a Lecco, altri compariranno davanti al tribunale lombardo il 26 settembre prossimo. La posizione di ognuno va presa a sé. Per questo il Gup, Caterina Sallusti, ha deciso di aggiornare l’udienza al 13 novembre prossimo. Il rinvio, richiesto dagli avvocati, servirà ai difensori per formulare eventuali richieste di rito alternativo al posto del rito ordinario.
Hanno intenzione di ricorrere al rito alternativo Francesco D’Esposito, Giuseppe Trentino, Gianfranco Nettuno, Walter Di Santo e Claudio Zinni. Attende il rito ordinario Michele Pasqualone e con lui il figlio Domenico, ma anche Antonio Caserio, Domenico Graziano, Michele Fiore, Massimo Benedetti, Antonio Battista, Adele Di Pietro, Angelo Alessandrini, Massimiliano Sparvieri, Paolo Zuccolella, Donatella D’Ascenzo, Luigi D’Ercole, Damiano Girone, Marco Lavolla, Fabio Bocco.
Le accuse sono gravi. Gli imputati, secondo gli ex Pm Irene Scordamaglia e Anna Rita Mantini, i due magistrati che dal 2006 al 2008 condussero l’inchiesta, avrebbero dato vita a un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di rapine, incendi dolosi, estorsioni. Fra i capi d’imputazione per qualcuno degli imputati anche il porto abusivo di armi. A reggere le fila della presunta organizzazione secondo gli inquirenti sarebbe stato Michele Pasqualone.
«In realtà molte imputazioni nascono da dichiarazioni rese da altri. Per ristabilire la verità è importante il contraddittorio», insiste l’avvocato Berarducci. Il compito delle toghe vastesi è estremamente delicato. Da anni un pool di avvocati sta cercando di smontare il castello accusatorio della Procura supportato da testimonianze e intercettazioni. Oltre che dalla Berarducci gli indagati sono difesi da Angela Pennetta, Massimiliano Baccalà, Pierpaolo Andreoni, Leda Arditelli, Arnaldo Tascione, Giovanni Cerella, Alessandra Cappa, Giuliano Milia, Alessandro Orlando, Elio Rocchio, Fiorenzo Cieri, Antonio Ottaviano.
Paola Calvano
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