Residenti in assemblea per il cinema chiuso
Guardiagrele, riunione sul Garden fermo da due anni. L’opposizione consiliare: colpe della giunta
GUARDIAGRELE. La cittadina reclama con forza la riapertura del cinema teatro Garden di largo Pignatari. Mentre il Comune è in attesa del parere dei vigili del fuoco per ottenere l’agibilità del locale, i guardiesi si sono dati appuntamento per oggi, alle 21, presso l’auditorium di via Alcide Cervi per parlare del futuro della struttura, chiusa alla fine del 2012 dopo essere stata gestita per alcuni anni dalla ditta Vincenzo Evangelista.
Gli organizzatori dell’incontro, evidenziano soprattutto che il cinema teatro Garden deve tornare a svolgere la sua importante funzione di servizio sociale.
Per il Garden va comunque ricordato che l’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di voler indire una gara d’appalto per affidare la struttura a una ditta privata. Quest’ultima dovrebbe accollarsi anche le spese per l’acquisto delle necessarie apparecchiature per il passaggio delle proiezioni dalla pellicola al digitale.
Sull’argomento, il gruppo sonsigliare di opposizione di centrosinistra “Il Bene in Comune” è intanto sceso in campo con un pubblico manifesto con il quale ricorda che la chiusura dell’importante struttura cittadina è stata causata principalmente da un problema di carattere economico, di cui il Comune non ha voluto farsi carico.
«L’assenza di una volontà di risoluzione», osserva il gruppo consigliare di opposizione, «è stata dissimulata dal sindaco Sandro Salvi, con la questione della mancanza di agibilità della struttura. Una condizione questa, però, a quanto pare, essenziale per la proiezioni di film, ma non per ospitare recite, concerti, incontri pubblici e, per darla in gestione, per periodi alterni, alla locale Pro loco, anche con l’amministrazione comunale disposta ad accollarsi tutte le spese».
“Bene in Comune” si domanda quindi se l’amministrazione comunale è interessata ad offrire un servizio ai suoi cittadini, se vuole evitare che la gente, per vedere un film, sia costretta ad andare, bene che vada, fino a Chieti Scalo e spendere dai 7 ai 9 euro, magari affrontando nel periodo invernale anche il rischio di viaggiare con le strade ghiacciate.
«Viene quindi da domandarsi», prosegue il gruppo consigliare di opposizione, «se l’amministrazione è interessata o meno a rivitalizzare un centro storico ormai deserto, attirando anche l’utenza dei paesi vicini, che va indubbiamente a costituire un sostegno, seppur piccolo, all’economia locale».
Secondo l'opposizione consigliare di centrosinistra, il Comune, nell’ottica di una rinascita della cittadina, qualora non dovesse esserci un soggetto interessato alla gestione, deve farsi carico direttamente della riapertura della struttura, reperendo i necessari fondi.
«Crediamo», conclude “Bene in Comune”, «che se si possono spendere 73.000 euro per un’isola ecologica meccanizzata, si possono indubbiamente investire anche 40.000 euro per un impianto di proiezione digitale».
Giovanni Iannamico
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