Riassetto di bilancio, consiglieri Pdl assenti e la seduta salta

Il centrodestra in crisi, la seduta si scioglie per mancanza del numero legale: il sindaco Di Primio furente con i consiglieri Pdl assenti Di Fabrizio e Marrocco

CHIETI. Il consiglio comunale, convocato in prima seduta per approvare la delibera di assestamento di bilancio, cade per mancanza del numero legale sotto gli occhi attoniti del sindaco Umberto Di Primio. Furente con i consiglieri Pdl assenti, Domenico Di Fabrizio e Dario Marrocco, ormai con un piede e mezzo fuori dal Popolo della Libertà. «Provo una grande delusione», dice Di Primio.

«La gente», tuona il sindaco, «ha votato persone che non meritano di stare in consiglio». La minoranza, di contro, esulta e invita il centrodestra a tornare a casa. L'angusto polo tecnico della Provincia, per diversi minuti, è sembrato una polveriera. La maggioranza, ancora una volta, non è riuscita a portare a termine i lavori del consiglio malgrado l'importanza degli ordini del giorno in scaletta e numeri in apparenza schiaccianti.

Ma la verità è un'altra. Il centrodestra, Pdl in primis, è prigioniero dei mal di pancia di molti consiglieri scontenti che stanno portando la giunta Di Primio al capolinea in largo anticipo rispetto al mandato elettorale ottenuto con una netta vittoria alle urne. Anche ieri sono mancati all'appello, non certo per caso, Dario Marrocco, vice presidente del consiglio nonché vice coordinatore cittadino del Pdl, e Domenico Di Fabrizio, il consigliere Pdl che alle urne ha strappato più voti del senatore Fabrizio Di Stefano.

Assente pure Liberato Aceto, di Uniti per Chieti, altro scontento che però pare abbia giustificato la sua assenza al sindaco. Eppure la maggioranza aveva iniziato il consiglio addirittura in maniera spavalda con il consigliere Pdl Carla Di Biase che ha preso a sorpresa la parola per fatto personale. «Invito i colleghi di maggioranza ad uno sforzo di presenza in aula e al Fli», dice «chiedo di rispettare il mandato degli elettori perché questo non è il tempo dei giudizi ma del fare». In aula si scatena la bagarre con il capogruppo del Pd Alessio Di Iorio che denuncia l'anomalo intervento della Di Biase.

I consiglieri del Fli Alessandro Carbone e Silvio Tavoletta sobbalzano con la Di Biase che, nel frattempo, abbandona l'aula per presenziare al consiglio provinciale che si stava svolgendo in simultanea. La sua assenza, alla fine, risulterà fatale per la maggioranza messa in difficoltà da una pregiudiziale presentata dal consigliere del Pd Gabriele Salvatore. Il quale, in soldoni, chiede di rinviare la seduta dopo la sparata della Di Biase. Si vota e la maggioranza va sotto, dato che dall'aula si sono allontanati per vari motivi anche il senatore Di Stefano e Luigi Milozzi di Giustizia sociale.

«Se Marrocco ha qualcosa da chiedere lo faccia. Questi atteggiamenti poco coraggiosi», tuona il sindaco, «non servono. Di Fabrizio, invece, ha tradito di nuovo la mia fiducia dato che mi aveva garantito la sua presenza». Alessandro Giardinelli, capogruppo dell'Udc, attacca. «Il sindaco deve trovare soluzioni in fretta per ricompattare il Pdl. Noi ci siamo sempre».

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