Rifiuti, bufera sul nuovo Cda
Sindaci di centrosinistra furiosi dopo il blitz del Pdl.
LANCIANO. «Una prova di forza per miopi interessi di parte». Questo il giudizio della sinistra frentana sull’insediamento di Giampanfilo Tartaglia (Pdl quota An) alla presidenza del consorzio rifiuti. Ciò che ha più irritato i sindaci dei centrosinistra, prima della seduta a porte chiuse, è stato il no a qualsiasi ipotesi di dialogo. Alla fine della inusuale seduta a porte chiuse, è stato “cappotto”: Cinque a zero, un consorzio di 53 comuni soci, guidato da un monocolore politico. Il centrodestra ha vinto gli uomini ex An hanno avuto i richiesti posti al sole. Anche se, a dirla tutta, è Orazio Martelli (Udc) ad aver raccolto i maggiori consensi dall’assemblea: 48 voti, cinque in più del minimo “sindacale” ottenuto dal neo presidente nonché ex collega di giunta (43).
Segnale evidente che la scelta è stata subita più che condivisa anche da qualche amministratore vicino al Pdl. Gli altri del Cda: 46 per Guerino Caporale (Pdl area Fi), 45 per Sabatino Di Carlo (Mpa) e 44 per Riccardo Di Deo (Pdl area An). L’ex presidente del consorzio Riccardo la Morgia (Pdl) candidato in dissenso ha raccolto 11 voti. Ovviamente il clima da “monocolore” ha influenza anche il voto sul il collegio dei revisori. Eletti: Iole Di Menno Di Bucchianico (53 voti), Fabio Ferrara (49) e Arturo Nicola Pansini (49). E il day after nella sinistra è intriso di amarezza e polemica. «Sono profondamente deluso - dice il sindaco di Frisa Rocco Di Battista (Pd) - invece di salvaguardare gli interessi dei cittadini la politica si accaparra posti di potere senza neanche garantire il diritto di controllo alla minoranza.
Mi vergogno di far parte della categoria». Così pure Fausto Stante (Pd), sindaco di Fossacesia: «Bisogna reimpostare il discorso della partecipazione». E caustico è pure il capogruppo del Pd a lanciano, Franco Ferrante che pure definisce una “vittoria” la riduzione dei compensi (ma non del numero) del Cda a 60mila euro: «Si conferma la scelta del centrodestra di appropriarsi di tutti i posti disponibili, dalle Asl al consorzio rifiuti. E si crea un pericoloso precedente. Imporre la forza dei numeri ha creato il “mostro” di un Cda di 5 consiglieri di centrodestra, seppure sia evidente che il presidente non gode della fiducia di tutti». Tartaglia si dice tranquillo. Dopo la delusione della cacciata dalla giunta Paolini incassa un “risarcimento” tutt’altro che simbolico: «Il centrodestra è tornato compatto.
Quanto alla sinistra», dice, «l’atteggiamento è sempre stato di distanza nei nostri confronti, ma sono disponibile al dialogo, tra i sindaci ci sono colleghi e amici». Pino Valente, presidente di Frentania Provincia accusa: «Ancora scelte lottizzate e ampliamente prevedibili a discapito di professionisti che avrebbero ricoperto l’incarico anche gratuitamente». E Walter Caporale (Verdi-Sd) chiosa: «Per fortuna che il governatore Chiodi aveva annunciato nomine per meritocrazia, professionalità e trasparenza».
Segnale evidente che la scelta è stata subita più che condivisa anche da qualche amministratore vicino al Pdl. Gli altri del Cda: 46 per Guerino Caporale (Pdl area Fi), 45 per Sabatino Di Carlo (Mpa) e 44 per Riccardo Di Deo (Pdl area An). L’ex presidente del consorzio Riccardo la Morgia (Pdl) candidato in dissenso ha raccolto 11 voti. Ovviamente il clima da “monocolore” ha influenza anche il voto sul il collegio dei revisori. Eletti: Iole Di Menno Di Bucchianico (53 voti), Fabio Ferrara (49) e Arturo Nicola Pansini (49). E il day after nella sinistra è intriso di amarezza e polemica. «Sono profondamente deluso - dice il sindaco di Frisa Rocco Di Battista (Pd) - invece di salvaguardare gli interessi dei cittadini la politica si accaparra posti di potere senza neanche garantire il diritto di controllo alla minoranza.
Mi vergogno di far parte della categoria». Così pure Fausto Stante (Pd), sindaco di Fossacesia: «Bisogna reimpostare il discorso della partecipazione». E caustico è pure il capogruppo del Pd a lanciano, Franco Ferrante che pure definisce una “vittoria” la riduzione dei compensi (ma non del numero) del Cda a 60mila euro: «Si conferma la scelta del centrodestra di appropriarsi di tutti i posti disponibili, dalle Asl al consorzio rifiuti. E si crea un pericoloso precedente. Imporre la forza dei numeri ha creato il “mostro” di un Cda di 5 consiglieri di centrodestra, seppure sia evidente che il presidente non gode della fiducia di tutti». Tartaglia si dice tranquillo. Dopo la delusione della cacciata dalla giunta Paolini incassa un “risarcimento” tutt’altro che simbolico: «Il centrodestra è tornato compatto.
Quanto alla sinistra», dice, «l’atteggiamento è sempre stato di distanza nei nostri confronti, ma sono disponibile al dialogo, tra i sindaci ci sono colleghi e amici». Pino Valente, presidente di Frentania Provincia accusa: «Ancora scelte lottizzate e ampliamente prevedibili a discapito di professionisti che avrebbero ricoperto l’incarico anche gratuitamente». E Walter Caporale (Verdi-Sd) chiosa: «Per fortuna che il governatore Chiodi aveva annunciato nomine per meritocrazia, professionalità e trasparenza».