Rimborsi ai dializzati Bocciata la Regione sui tagli a 100 pazienti
Dichiarata l’illegittimità costituzionale di un articolo di legge Bomba (Ared): ora gli aventi diritto richiedano il contributo
LANCIANO. Oltre cento pazienti nefropatici dei 7 centri dialisi della Asl Lanciano-Vasto-Chieti possono ricevere i rimborsi negati per due anni. Lo ha stabilito la Corte costituzionale.
Conti da sistemare e budget da rispettare: non importa se la scure dei tagli alla spesa pubblica tocca chi soffre. È questa logica che ha portato il commissario Gianni Chiodi, a eliminare i rimborsi ai pazienti che fanno dialisi. Pochi spiccioli, paragonati alle enormi spese della sanità, visto che si tratta di 129 euro mensili e di una tantum di oltre 2mila euro ai trapiantati, eliminati perché non ritenuti necessari ai pazienti, ma considerati “pesanti” dal punto di vista del budget. Da qui la lotta delle associazioni dei dializzati per ottenere i rimborsi. Una lotta finita nelle aule giudiziarie e risoltasi in favore dei malati.
«Dal 2011 portiamo avanti la lotta per avere i rimborsi», dice Giulio Bomba, presidente dell’Ared (Associazione regione Abruzzo emodializzati, dialisi e trapianto), «da quando le Asl di Avezzano-Sulmona- l’Aquila, Pescara e Teramo hanno pagato i rimborsi ai pazienti nefropatici, mentre la Asl2 di Lanciano-Chieti-Vasto non lo ha fatto. Fu la Regione a togliere i sussidi mensili ai dializzati, pari a 129 euro, e quelli straordinari, ossia quote una tantum per i trapiantati di 2.220 euro. Briciole ma importanti per malati, che sono inabili al lavoro».
Ora è arrivata la sentenza della Corte costituzionale, che doveva esprimersi sulla legittimità dell’articolo 3 della legge regionale del 17 luglio 2012 sulle norme in materia di rimborso ai nefropatici. «La Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma», dice Bomba, «e ora possono partire le richieste di rimborso dei malati dei 7 centri di Lanciano, Vasto, Casoli, Atessa, Ortona, Guardiagrele e Chieti. Questa battaglia è stata portata avanti in tribunale dagli avvocati e dai presidenti del Tribunale per i diritti del malato d’Abruzzo e dalla dirigente del ministero dello Sviluppo economico di Pescara, Fiorella Cesaroni». I pazienti devono chiedere i rimborsi per le indennità 2011 tramite raccomandata alla Asl o possono rivolgersi all’Ared.
Teresa Di Rocco
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