Rocco finisce sul set del fisco
Il divo e regista porno Tano-Siffreddi accusato di evasione.
CHIETI. La notizia l’ha colto a Los Angeles sul set del film di cui è regista. Ha reagito con un sorriso o forse con qualche espressione poco consona al ruolo di ortonese più famoso del mondo, chissà, ma certamente con una “soddisfazione”: aver dato la notorietà di caratura internazionale al primo esito di un’operazione antievasione fiscale della guardia di finanza teatina che, per quanto importante e dell’importo di milioni di euro, sarebbe stata confinata nelle pagine di cronaca come l’ennesima scoperta dei furbetti che vogliono frodare l’erario. Rocco Tano, il pornodivo ortonese purosangue protagonista di decine e decine di film hard e da alcuni anni anche regista di pellicole luci rosse e non solo con la sua casa di produzione, autore di libri tra cui l’autobiografia, protagonista di pubblicità cult, nato il 4 maggio 1964 nel quartiere di Madonna degli Angeli, è incappato nel rigore delle Fiamme gialle del comando provinciale, diretto dal colonnello Gioacchino Angeloni, abruzzese anche lui, con l’accusa di aver occulato al fisco circa 220mila euro in tre dei 5 ultimi anni tenuti sotto controllo in seguito al decreto che ha introdotto “lo scudo fiscale” per il rientro di miliardi (si spera) di euro di capitali all’estero.
Le Fiamme gialle gli contestano di aver frodato lo Stato con la fittizia costituzione di società all’estero, in paradisi fiscali o comunque in situazioni di privilegio rispetto all’Italia. Nel mirino degli esperti della polizia tributaria soprattutto le attività che ha organizzato da anni in Ungheria, patria della moglie Rosa conosciuta su un set. Se venisse accertata l’evasione, che scatta sotto il profilo penale con il rischio di condanna a 3 anni di carcere soltanto se l’imposta non versata (non l’imponibile) supera i 77mila euro l’anno, Siffredi non potrà avvalersi delle norme sullo scudo fiscale dato che è protagonista e interprete di un film molto sgradito, un procedimento per l’elusione delle tasse. Come per gli oltre 800 imprenditori e titolari di società (tre in Abruzzo) sui quali in Italia sta indagando la guardia di finanza.
«Abbiamo svolto un’intensa attività di intelligence», dice il colonnello Angeloni che chiude così in bellezza la sua esperienza a Chieti per approdare al comando generale a Roma, «soffermandoci sugli operatori economici di ogni comparto che negli ultimi due anni hanno scelto la residenza all’estero. Sono stati così confrontati anche in provincia di Chieti tanti dati relativi alle vendite di immobili e altri beni, alle utenze domestiche, ai trasferimenti di capitali, un controllo incrociato che alla fine ha dato risultati notevoli. Abbiamo così scoperto che gruppi societari e persone fisiche si sono sottratti al pagamento delle imposte in Italia, dichiarando di risiedere in Paese con aliquote ridotte. E’ il caso di un noto imprenditore cinematografico scoperto attraverso il monitoraggio dei soggetti iscritti all’Aire, il registro degli italiani residenti all’estero, dal 2005 in poi.
Il noto imprenditore», Angeloni non fa mai esplicitamente il nome di Rocco Tano in arte Siffredi, «al quale è stato rilasciato un documento di cittadinanza italiana dal Comune di residenza della provincia di Chieti, è stato individuato quale conduttore in un contratto di locazione per una villa a Roma di proprietà di società di capitali», Angeloni è molto formale, «di diritto britannico, inglese, facendo ritenere che il collegamento con l’Italia non fosse del tutto interrotto e che trascorresse così nel territorio dello stato italiano più di 183 giorni per anno solare», il che fa scattare il diritto di esigere le tasse. L’indagine non si ferma qui. Per Rocco Tano e tutti gli altri il comandante regionale della guardia di finanza, il generale Angelo Antonio Quarato, ha autorizzato altri accertamenti in istituti di credito, fiduciarie e finanziarie.
«L’ammontare dei redditi evasi è di circa 200mila euro», una bazzecola rispetto a tanti altri, per il momento, in attesa delle controdeduzioni dell’ex attore e regista pornografico. Che rischia di dover pagare tutte le tasse in Italia, magari deducendo i soldi che ha versato in Ungheria e altrove. Forse anche nella repubblica di San Marino, il nucleo dell’ampia indagine italiana che punta sull’evasione di 50 milioni di euro con il domicilio fiscale nel consolato generale della Repubblica del Titano a Rimini. Dopo aver concluso la carriera di attore porno durata oltre 20 anni e aver assaporato le responsabilità della regia, chissà, alla fine rientrerà a Ortona.
Le Fiamme gialle gli contestano di aver frodato lo Stato con la fittizia costituzione di società all’estero, in paradisi fiscali o comunque in situazioni di privilegio rispetto all’Italia. Nel mirino degli esperti della polizia tributaria soprattutto le attività che ha organizzato da anni in Ungheria, patria della moglie Rosa conosciuta su un set. Se venisse accertata l’evasione, che scatta sotto il profilo penale con il rischio di condanna a 3 anni di carcere soltanto se l’imposta non versata (non l’imponibile) supera i 77mila euro l’anno, Siffredi non potrà avvalersi delle norme sullo scudo fiscale dato che è protagonista e interprete di un film molto sgradito, un procedimento per l’elusione delle tasse. Come per gli oltre 800 imprenditori e titolari di società (tre in Abruzzo) sui quali in Italia sta indagando la guardia di finanza.
«Abbiamo svolto un’intensa attività di intelligence», dice il colonnello Angeloni che chiude così in bellezza la sua esperienza a Chieti per approdare al comando generale a Roma, «soffermandoci sugli operatori economici di ogni comparto che negli ultimi due anni hanno scelto la residenza all’estero. Sono stati così confrontati anche in provincia di Chieti tanti dati relativi alle vendite di immobili e altri beni, alle utenze domestiche, ai trasferimenti di capitali, un controllo incrociato che alla fine ha dato risultati notevoli. Abbiamo così scoperto che gruppi societari e persone fisiche si sono sottratti al pagamento delle imposte in Italia, dichiarando di risiedere in Paese con aliquote ridotte. E’ il caso di un noto imprenditore cinematografico scoperto attraverso il monitoraggio dei soggetti iscritti all’Aire, il registro degli italiani residenti all’estero, dal 2005 in poi.
Il noto imprenditore», Angeloni non fa mai esplicitamente il nome di Rocco Tano in arte Siffredi, «al quale è stato rilasciato un documento di cittadinanza italiana dal Comune di residenza della provincia di Chieti, è stato individuato quale conduttore in un contratto di locazione per una villa a Roma di proprietà di società di capitali», Angeloni è molto formale, «di diritto britannico, inglese, facendo ritenere che il collegamento con l’Italia non fosse del tutto interrotto e che trascorresse così nel territorio dello stato italiano più di 183 giorni per anno solare», il che fa scattare il diritto di esigere le tasse. L’indagine non si ferma qui. Per Rocco Tano e tutti gli altri il comandante regionale della guardia di finanza, il generale Angelo Antonio Quarato, ha autorizzato altri accertamenti in istituti di credito, fiduciarie e finanziarie.
«L’ammontare dei redditi evasi è di circa 200mila euro», una bazzecola rispetto a tanti altri, per il momento, in attesa delle controdeduzioni dell’ex attore e regista pornografico. Che rischia di dover pagare tutte le tasse in Italia, magari deducendo i soldi che ha versato in Ungheria e altrove. Forse anche nella repubblica di San Marino, il nucleo dell’ampia indagine italiana che punta sull’evasione di 50 milioni di euro con il domicilio fiscale nel consolato generale della Repubblica del Titano a Rimini. Dopo aver concluso la carriera di attore porno durata oltre 20 anni e aver assaporato le responsabilità della regia, chissà, alla fine rientrerà a Ortona.