Saldi, poche vendite nei negozi
Sondaggio di Confcommercio: deluso il 60% dei commercianti
CHIETI. Pochi affari e musi lunghi tra gli esercenti della città dove la ripresa dei consumi stenta a decollare. Le prime due settimane di saldi estivi si sono rivelate un flop. Questo dice un sondaggio effettuato da Confcommercio su un campione di 18 negozi al dettaglio presenti in città. Nello specifico sono stati intervistati 10 commercianti dello scalo e 8 del centro storico. L'associzione chiede interventi mirati a rilanciare un settore sempre più in crisi.
A tutti è stato chiesto un parere sui primi giorni dei saldi estivi scattati sabato 2 luglio. Ebbene c'è poco da stare allegri. Le condizioni meteorologiche avverse della prima settimana di luglio hanno spinto la clientela ad acquistare nella grande distribuzione. Una piccola inversione di tendenza è arrivata nella seconda decade di luglio ma non sembrano esserci affari d'oro in giro. I numeri forniti da Confcommercio sono eloquenti.
«Il 60% degli intervistati ha espresso un parere negativo per questo primo scorcio dei saldi. Il 22% si ritiene soddisfatto delle vendite a saldo» spiega Marisa Tiberio, presidente delegazione Chieti Confcommercio «mentre il 18% degli interpellati ha preferito non pronunciarsi». Sono differenti i pareri raccolti tra gli esercenti delle due anime cittadine. «I negozi della vallata ritengono finora i saldi deludenti e non in linea con le aspettative della vigilia.
«Gli incassi sono addirittura peggiorati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Invece gli esercenti che operano in centro» riprende Tiberio «hanno riscontrato un andamento fotocopia con i saldi della passata stagione con una mole di vendite piuttosto scarsa». I commercianti intervistati da Confcommercio si dividono anche sulla data dei saldi estivi.
Alcuni contestano le ripetute anticipazioni che sviliscono le vendite a prezzo a pieno con altri negozianti favorevoli alla data scelta che consente ai clienti di acquistare merce di stagione scontata. Altri ancora hanno puntato il dito contro la concorrenza sleale di molti esercizi in saldo da mesi chiedendo maggiori controlli.
Un folto gruppo di commercianti, infine, ha lanciato la proposta provocatoria di non praticare sconti superiori al 50% per salvaguardare l'equazione costi-ricavi. «La situazione del piccolo commercio cittadino è difficile. Agli enti» sottolinea Tiberio «chiediamo iniziative di sostegno concrete». (j.o.)
A tutti è stato chiesto un parere sui primi giorni dei saldi estivi scattati sabato 2 luglio. Ebbene c'è poco da stare allegri. Le condizioni meteorologiche avverse della prima settimana di luglio hanno spinto la clientela ad acquistare nella grande distribuzione. Una piccola inversione di tendenza è arrivata nella seconda decade di luglio ma non sembrano esserci affari d'oro in giro. I numeri forniti da Confcommercio sono eloquenti.
«Il 60% degli intervistati ha espresso un parere negativo per questo primo scorcio dei saldi. Il 22% si ritiene soddisfatto delle vendite a saldo» spiega Marisa Tiberio, presidente delegazione Chieti Confcommercio «mentre il 18% degli interpellati ha preferito non pronunciarsi». Sono differenti i pareri raccolti tra gli esercenti delle due anime cittadine. «I negozi della vallata ritengono finora i saldi deludenti e non in linea con le aspettative della vigilia.
«Gli incassi sono addirittura peggiorati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Invece gli esercenti che operano in centro» riprende Tiberio «hanno riscontrato un andamento fotocopia con i saldi della passata stagione con una mole di vendite piuttosto scarsa». I commercianti intervistati da Confcommercio si dividono anche sulla data dei saldi estivi.
Alcuni contestano le ripetute anticipazioni che sviliscono le vendite a prezzo a pieno con altri negozianti favorevoli alla data scelta che consente ai clienti di acquistare merce di stagione scontata. Altri ancora hanno puntato il dito contro la concorrenza sleale di molti esercizi in saldo da mesi chiedendo maggiori controlli.
Un folto gruppo di commercianti, infine, ha lanciato la proposta provocatoria di non praticare sconti superiori al 50% per salvaguardare l'equazione costi-ricavi. «La situazione del piccolo commercio cittadino è difficile. Agli enti» sottolinea Tiberio «chiediamo iniziative di sostegno concrete». (j.o.)
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