VIOLENZA SESSUALE A CHIETI
Salta addosso alla barista: condannato un 53enne
La ragazza, chiuso il pub alle 3 di notte, gli chiede un passaggio per tornare a casa. Lui ferma la macchina in un luogo appartato e l’aggredisce. Dovrà risarcire
CHIETI. Era uno dei primi lavori della sua vita. Faceva la barista in prova in un pub di Chieti e ogni notte sarebbe dovuta tornare a casa con il padrone del bar. La notte del 9 giugno 2015 lui non può accompagnarla e lei chiede un passaggio a un cliente del bar. Mai avrebbe immaginato che l’uomo, un padre di famiglia che frequentava il pub, avrebbe provato a violentarla.
L’uomo, Dashamir Repce, un albanese di 53 anni residente a Chieti, è stato condannato ieri mattina dai giudici Geremia Spiniello, Andrea Di Berardino e Valentina Ribaudo a 5 anni e 6 mesi. I giudici gli hanno inflitto anche l’espulsione dal paese. Il pubblico ministero Lucia Campo aveva chiesto 2 anni e 6 mesi. La barista è stata assistita dall’avvocato Antonello Remigio. In un processo separato dovrà risarcire i danni.
La ragazza, giovanissima, era al suo secondo giorno di lavoro al pub. Alle 3 di notte, orario di chiusura dei bar, in città non ci sono più corse degli autobus. E lei perciò si decide ad accettare il passaggio offerto dall’uomo.
Lui, però, al posto di portarla a casa ferma la macchina in un parcheggio buio e isolato in via dei Platani, in zona Madonna degli Angeli, mette la sicura alle portiere dell’auto, abbassa lo schienale del sedile dov’era seduta lei e le si butta addosso, iniziando a baciarla e palpeggiarla.
La barista riesce a sfuggire alla stretta di lui solo con un pretesto. Si inventa la presenza di un insetto nell’auto, distrae l’uomo, toglie la sicura alla portiera e corre via talmente velocemente che lascia anche la borsa in macchina. Negli attimi concitati, però, ha la prontezza di spirito di prendere con sé il proprio cellulare che utilizza subito per chiama i carabinieri. La pattuglia la raggiunge nella vicina piazza monsignor Venturi.
Prima dell’arrivo dei carabinieri, però, si rifà vivo anche l’uomo sulla sua auto: abbassa il finestrino, le riconsegna la borsa che aveva abbandonato nella gran fretta di scappare, le chiede scusa e se ne va. A lei, però, le scuse non bastano. Il mattino dopo si presenta dai carabinieri per sporgere formale denuncia. Non ci è voluto molto agli uomini dell’Arma per risalire all’albanese residente a Chieti alta, non lontano dal parcheggio buio di via dei Platani dove aveva tentato un approccio con la ragazza. (a.i.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
L’uomo, Dashamir Repce, un albanese di 53 anni residente a Chieti, è stato condannato ieri mattina dai giudici Geremia Spiniello, Andrea Di Berardino e Valentina Ribaudo a 5 anni e 6 mesi. I giudici gli hanno inflitto anche l’espulsione dal paese. Il pubblico ministero Lucia Campo aveva chiesto 2 anni e 6 mesi. La barista è stata assistita dall’avvocato Antonello Remigio. In un processo separato dovrà risarcire i danni.
La ragazza, giovanissima, era al suo secondo giorno di lavoro al pub. Alle 3 di notte, orario di chiusura dei bar, in città non ci sono più corse degli autobus. E lei perciò si decide ad accettare il passaggio offerto dall’uomo.
Lui, però, al posto di portarla a casa ferma la macchina in un parcheggio buio e isolato in via dei Platani, in zona Madonna degli Angeli, mette la sicura alle portiere dell’auto, abbassa lo schienale del sedile dov’era seduta lei e le si butta addosso, iniziando a baciarla e palpeggiarla.
La barista riesce a sfuggire alla stretta di lui solo con un pretesto. Si inventa la presenza di un insetto nell’auto, distrae l’uomo, toglie la sicura alla portiera e corre via talmente velocemente che lascia anche la borsa in macchina. Negli attimi concitati, però, ha la prontezza di spirito di prendere con sé il proprio cellulare che utilizza subito per chiama i carabinieri. La pattuglia la raggiunge nella vicina piazza monsignor Venturi.
Prima dell’arrivo dei carabinieri, però, si rifà vivo anche l’uomo sulla sua auto: abbassa il finestrino, le riconsegna la borsa che aveva abbandonato nella gran fretta di scappare, le chiede scusa e se ne va. A lei, però, le scuse non bastano. Il mattino dopo si presenta dai carabinieri per sporgere formale denuncia. Non ci è voluto molto agli uomini dell’Arma per risalire all’albanese residente a Chieti alta, non lontano dal parcheggio buio di via dei Platani dove aveva tentato un approccio con la ragazza. (a.i.)
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