San Camillo in musical
Lo spettacolo domenica sera in piazza a Bucchianico
I Religiosi Camilliani di Bucchianico, patria natale di San Camillo de Lellis, propongono, domenica sera alle 21, in piazza Roma, un musical dedicato al Santo della carità. Lo spettacolo si intitola «San Camillo de Lellis» ed è portato in scena dalla compagnia Jobel Teatro di Rieti.
La regia è di Lorenzo Cognatti, autore anche del testo insieme a Roberta Palombo. Le musiche sono di Sergio Palumbo, Principe e Socio M.
Il messaggio spirituale e umano di San Camillo, nato a Bucchianico nel 1550, a distanza di quattro secoli - spiegano gli organizzatori dello spettacolo - «ci permette di riflettere sul tema della fragilità, della solitudine, della malattia, che rappresentano il banco di prova per la nostra società, lacerata dal miraggio del progresso come ottuso andare avanti, come impossibilità a fermarsi davanti alla debolezza che è parte dell’uomo e della vita».
Lo spettacolo è ambientato, nei giorni nostri, in grande ospedale romano.
«In una stanza isolata e dimessa un uomo stanco e malato si aggira in solitudine», si legge nelle note di presentazione. «E’ un soldato che, dopo aver affrontato popoli e battaglie, si ritrova al termine dei suoi giorni ad affrontare l’ultimo nemico della propria malattia.
In questa sala, in questo silenzio, una figura si avvicina al soldato, facendosi largo tra i suoi confusi pensieri. Si tratta di un altro uomo; alto, austero, dallo sguardo antico e misterioso, dai modi marziali ma allo stesso tempo amorevoli. Un uomo senza età che ascolta il soldato prima di cominciare a narrare la propria storia. Una storia che ha inizio molto lontano, nel tempo e nello spazio».
Mentre il presente sfuma nel passato, l’uomo si presenta come Camillo de Lellis, soldato di ventura in un’Italia di fine Cinquecento.
«Lo vediamo», proseguono le note, «in viaggio con gli eserciti, combattere i turchi a Lepanto, di campo in campo, di scontro in scontro, “dare la morte in cambio di soldi”. Soldi da andare poi a dissipare in bettole e taverne, tra il vino, le carte e i dadi. Un vizio, quello del gioco, che porta il giovane Camillo a perdere tutto, perfino la spada, tramutando un valente mercenario in un vagabondo povero e disperato, ramingo tra i villaggi e le campagne. A venticinque anni, dopo aver abbracciato il fondo della propria miseria, una nuova chiarezza, una nuova forza si risveglia nel cuore del ragazzo. La vita cambia».
«Camillo», spiegano gli organizzatori dello spettacolo, fra cui c’è l’assessore alal cultura del Comune di Bucchianico, Aurelio Bigi, «è stato un uomo che non ha avuto paura di toccare la fragilità e la miseria. L’evento artistico proposto dal Jobel Teatro, dal Comune di Bucchianico e dai Religiosi Camilliani è sicuramente uno spazio di confronto tra gente di buona volontà, che si ferma a riflettere davanti la vita alquanto movimentata di Camillo per inaugurare nuovi percorsi solidali di riconoscimento della differenza e del disagio».
La regia è di Lorenzo Cognatti, autore anche del testo insieme a Roberta Palombo. Le musiche sono di Sergio Palumbo, Principe e Socio M.
Il messaggio spirituale e umano di San Camillo, nato a Bucchianico nel 1550, a distanza di quattro secoli - spiegano gli organizzatori dello spettacolo - «ci permette di riflettere sul tema della fragilità, della solitudine, della malattia, che rappresentano il banco di prova per la nostra società, lacerata dal miraggio del progresso come ottuso andare avanti, come impossibilità a fermarsi davanti alla debolezza che è parte dell’uomo e della vita».
Lo spettacolo è ambientato, nei giorni nostri, in grande ospedale romano.
«In una stanza isolata e dimessa un uomo stanco e malato si aggira in solitudine», si legge nelle note di presentazione. «E’ un soldato che, dopo aver affrontato popoli e battaglie, si ritrova al termine dei suoi giorni ad affrontare l’ultimo nemico della propria malattia.
In questa sala, in questo silenzio, una figura si avvicina al soldato, facendosi largo tra i suoi confusi pensieri. Si tratta di un altro uomo; alto, austero, dallo sguardo antico e misterioso, dai modi marziali ma allo stesso tempo amorevoli. Un uomo senza età che ascolta il soldato prima di cominciare a narrare la propria storia. Una storia che ha inizio molto lontano, nel tempo e nello spazio».
Mentre il presente sfuma nel passato, l’uomo si presenta come Camillo de Lellis, soldato di ventura in un’Italia di fine Cinquecento.
«Lo vediamo», proseguono le note, «in viaggio con gli eserciti, combattere i turchi a Lepanto, di campo in campo, di scontro in scontro, “dare la morte in cambio di soldi”. Soldi da andare poi a dissipare in bettole e taverne, tra il vino, le carte e i dadi. Un vizio, quello del gioco, che porta il giovane Camillo a perdere tutto, perfino la spada, tramutando un valente mercenario in un vagabondo povero e disperato, ramingo tra i villaggi e le campagne. A venticinque anni, dopo aver abbracciato il fondo della propria miseria, una nuova chiarezza, una nuova forza si risveglia nel cuore del ragazzo. La vita cambia».
«Camillo», spiegano gli organizzatori dello spettacolo, fra cui c’è l’assessore alal cultura del Comune di Bucchianico, Aurelio Bigi, «è stato un uomo che non ha avuto paura di toccare la fragilità e la miseria. L’evento artistico proposto dal Jobel Teatro, dal Comune di Bucchianico e dai Religiosi Camilliani è sicuramente uno spazio di confronto tra gente di buona volontà, che si ferma a riflettere davanti la vita alquanto movimentata di Camillo per inaugurare nuovi percorsi solidali di riconoscimento della differenza e del disagio».