San Giovanni Teatino, ladri all'Ipercoop: la refurtiva nel costume da bagno
I carabinieri assistono alla scena e arrestano tre romeni. Oltre al "contenitore" sotto al giubbotto avevano un drone, una tronchesina e un apparecchio antitaccheggio
CHIETI. Uno aveva sotto i vestiti un vestito da bagno intero da donna nel quale nascondeva la refurtiva; gli altri due sono stati sorpresi dai carabinieri con un borsone contenente diversi dispositivi elettronici, un drone nonché una tronchesina e un apparecchio utilizzato per rimuovere i dispositivi antitaccheggio. E' ’ successo ieri pomeriggio all’Ipercoop di San Giovanni Teatino. I tre sono stati subito arrestati per furto. Si tratta di tre romeni provenienti dalla provincia di Roma: il 30enne Antoni Gabriel Terpeziteanu, 30 anni, Adrian Ionut Ciobotaru di 19, Adrian Giulianu, 20. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, dopo aver ricevuto una segnalazione dagli addetti della vigilanza su alcuni movimenti strani all’interno del supermercato, hanno seguito un ragazzo tramite le telecamere di videosorveglianza. E lo hanno visto spacchettare delle costose bottiglie di alcolici, rimuovere il dispositivo antitaccheggio e poi uscire dal supermercato per entrare in macchina con un complice restando però nel parcheggio. Poco dopo, allo stesso scaffale, si è avvicinato un terzo complice che ha preso le bottiglie le ha scartate, le ha infilate sotto il giubbotto, e si è avviato verso la cassa automatica. Qui ha pagato alcuni oggetti del valore di pochi euro e ha cercato di allontanarsi verso l’uscita senza farsi notare. I carabinieri lo hanno però fermato in prossimità dell’uscita e perquisito. Scoprendo che l’uomo indossava, sotto i vestiti, un costume da bagno “intero” da donna nel quale aveva sistemato con cura almeno nove bottiglie di rhum e whisky. Nel frattempo, altri militari hanno fermato i due complici nella macchina, dove sono stati rinvenuti il borsone contenente diversi dispositivi elettronici, il drone nonché la tronchesina e l'apparecchio utilizzato per rimuovere i dispositivi antitaccheggio.
I carabinieri calcolano che se i tre avessero portato a segno il colpo, avrebbero guadagnato circa 2.500 euro dalla vendita della refurtiva.