Dal 21 aprile 40 operatori senza stipendio e 300 pazienti non avranno più cure sanitarie

San Stefar, i sindaci all’attacco

«Va dichiarato lo stato di emergenza, intervenga il prefetto»

CUPELLO. L’intervento del prefetto e la convocazione urgente dell’assemblea dei sindaci della Asl Chieti-Lanciano-Vasto per dichiarare lo stato di emergenza nel settore sociosanitario-assistenziale. È quanto chiesto all’unanimità dai sindaci del Vastese nel consiglio comunale straordinario convocato dal primo cittadino di Cupello, Angelo Pollutri, sulla vertenza San Stefar. Dal prossimo 21 aprile più di 40 lavoratori rischiano la disoccupazione e 300 pazienti bisognosi di cure non potranno più usufruirne.

Il sindaco di Cupello, Angelo Pollutri, e i colleghi di Vasto, San Salvo, Monteodorisio, Casalbordino e Fossacesia invocano il commissariamento dei centri San Stefar.
«È un passaggio necessario per garantire l’interesse collettivo generale della popolazione. Sono centinaia i pazienti in cura: non possono essere esposti ai rischi che comporta l’interruzione dei trattamenti riabilitativi», denuncia Pollutri. Il primo cittadino di Cupello ha riunito per questo lunedì sera politici, operatori e rappresentanti sindacali dei centri di riabilitazione e all’unanimità è stato chiesto lo stato di emergenza.
I dipendenti dei centri socio sanitari del gruppo Angelini da settimane non percepiscono gli stipendi. Sono esasperati. Stanchi di ascoltare promesse. Chiedono il riconoscimento dei loro diritti e la riscossione degli arretrati.

Il Tar ha riconosciuto al gruppo Villa Pini un credito di 26 milioni di euro nei confronti della Regione. Quei soldi serviranno a pagare gli emolumenti arretrati, ma non a garantire il futuro. «Per questo chiediamo l’insediamento urgente di un tavolo tecnico presso la Prefettura, alla presenza della Regione», insiste Pollutri.
«Non è compatibile con i diritti umani e sociali sanciti dalla Costituzione e dalla Corte delle Nazioni Unite che i lavoratori e le lavoratrici prestino la loro opera gratuitamente per garantire le prestazioni che assicurano continuità terapeutica e quindi riabilitativa in capo al servizio sanitario nazionale»,hanno scritto i sindaci nell’ordine del giorno.

L’umore di pazienti e lavoratori è sempre più nero. Molti a inizio settimana hanno sperato nel passaggio di tutte le cliniche private della famiglia Angelini (esclusa quella dichiarata fallita) al Gruppo Neuromed di Pozzilli (Isernia). Le parti hanno incontrato separatamente il curatore fallimentare, Giuseppina Ivone. La firma del contratto sembrava cosa fatta e invece l’accordo è slittato. Un nuovo boccone amaro da mandare giù.
«Qualcosa va comunque fatta. Non possiamo permettere che tante famiglie rimangano senza stipendio e centinaia di malati in via di guarigione lasciati al loro destino», insistono i sindaci del Vastese.

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