Sangritana, prosciolti i 5 indagati
Giusti i 2,9 milioni di euro pagati per comprare la Staf di Mazziotti.
LANCIANO. Magari sono costati un po’ caro ma comunque il prezzo era giusto. Almeno giustificabile. Di fronte a queste considerazioni, espresse dai superesperti chiamati a dirimere i dubbi sulla valutazione della società Staf del gruppo Mazziotti, acquistati dalla Sangritana per circa 2 milioni e 950mila euro, la Procura ha ritirato le accuse e dato consenso al giudice per l’udienza preliminare per il «non luogo a procedere» nei confronti dei cinque indagati.
Si è dunque chiusa col prosciogliemento pieno «perché il fatto non sussiste» dalle accuse di truffa e falso l’inchiesta avviata 7 anni fa a carico dell’ex presidente della Sangritana Marino Ferretti, dell’ex direttore della società Antonio Bianco, del funzionario Luigi Di Diego e dei consulenti Massimo Battistella e Danilo Di Florio.
La vicenda riguardava l’acquisto, nel 2002, della società di trasporto Staf, del gruppo Mazziotti, per circa 2 milioni e 950 mila euro. Quasi un milione e mezzo in più del valore di mercato, secondo le accuse formulate dal pm Mirvana Di Serio anche sulla base delle valutazioni della guardia di finanza.
In particolare, si riteneva che la truffa si configurasse nell’attribuzione di un valore complessivo di circa 900mila euro per l’avviamento delle varie attività (noleggi, agenzia e trasporti) tenendo conto che si trattava di una società in profonda crisi e che si stava avviando la liberalizzazione dei servizi. Esagerata secondo l’accusa anche la stima di un milione e 800mila euro attribuita al parco automezzi. Una “flotta” di 25 fra veicoli e autobus ma tutti, a giudizio dell’accusa, per chilometri percorsi e stato generale di interni e meccanica, ai limiti della rottamazione. E senza trascurare che all’acquisto quegli stessi mezzi, secondo i bilanci aziendali, erano costati mezzo milione in meno.
Valutazioni severe che avevano ovviamente suscitato reazioni dure del collegio dei difensori che avevano sciorinato una serie di argomentazioni e consulenze a sostegno della legittimità degli atti da indurre il Gip alla strada della “superperizia” da acquisire con la formula dell’incidente probatorio. Ieri nel corso della loro audizione, i periti nominati del giudice, Giuseppe Corti e Andrea Colantonio, hanno valutato congruo il prezzo di acquisto della Staf. Il Gup Massimo Canosa, tra l’altro preso atto del parere conforme dell’accusa, rappresentata dal pm Rosaria vecchi, ha perciò pronunciato la sentenza di non luogo procedere.
Soddisfazione fra tecnici ed ex amministratori per l’esito della lunga vicenda. L’avvocato Massimo Biscardi, che ha rappresentato l’ingegner Di Diego, dato atto «dell’onestà intellettuale dimostrata dalla pubblica accusa» ha sottolineato «l’amarezza per l’ingiusto coinvolgimento e le infamanti accuse» del suo assistito.
Quattro indagati erano anche stati messi sotto inchiesta dalla Corte dei Conti che nei mesi scorsi li aveva però già prosciolti.
Si è dunque chiusa col prosciogliemento pieno «perché il fatto non sussiste» dalle accuse di truffa e falso l’inchiesta avviata 7 anni fa a carico dell’ex presidente della Sangritana Marino Ferretti, dell’ex direttore della società Antonio Bianco, del funzionario Luigi Di Diego e dei consulenti Massimo Battistella e Danilo Di Florio.
La vicenda riguardava l’acquisto, nel 2002, della società di trasporto Staf, del gruppo Mazziotti, per circa 2 milioni e 950 mila euro. Quasi un milione e mezzo in più del valore di mercato, secondo le accuse formulate dal pm Mirvana Di Serio anche sulla base delle valutazioni della guardia di finanza.
In particolare, si riteneva che la truffa si configurasse nell’attribuzione di un valore complessivo di circa 900mila euro per l’avviamento delle varie attività (noleggi, agenzia e trasporti) tenendo conto che si trattava di una società in profonda crisi e che si stava avviando la liberalizzazione dei servizi. Esagerata secondo l’accusa anche la stima di un milione e 800mila euro attribuita al parco automezzi. Una “flotta” di 25 fra veicoli e autobus ma tutti, a giudizio dell’accusa, per chilometri percorsi e stato generale di interni e meccanica, ai limiti della rottamazione. E senza trascurare che all’acquisto quegli stessi mezzi, secondo i bilanci aziendali, erano costati mezzo milione in meno.
Valutazioni severe che avevano ovviamente suscitato reazioni dure del collegio dei difensori che avevano sciorinato una serie di argomentazioni e consulenze a sostegno della legittimità degli atti da indurre il Gip alla strada della “superperizia” da acquisire con la formula dell’incidente probatorio. Ieri nel corso della loro audizione, i periti nominati del giudice, Giuseppe Corti e Andrea Colantonio, hanno valutato congruo il prezzo di acquisto della Staf. Il Gup Massimo Canosa, tra l’altro preso atto del parere conforme dell’accusa, rappresentata dal pm Rosaria vecchi, ha perciò pronunciato la sentenza di non luogo procedere.
Soddisfazione fra tecnici ed ex amministratori per l’esito della lunga vicenda. L’avvocato Massimo Biscardi, che ha rappresentato l’ingegner Di Diego, dato atto «dell’onestà intellettuale dimostrata dalla pubblica accusa» ha sottolineato «l’amarezza per l’ingiusto coinvolgimento e le infamanti accuse» del suo assistito.
Quattro indagati erano anche stati messi sotto inchiesta dalla Corte dei Conti che nei mesi scorsi li aveva però già prosciolti.