Scacco allo spaccio delle famiglie rom

Traffico di eroina e cocaina da Milano e Roma verso Lanciano: 11 arresti, c’è anche un dipendente della Provincia

LANCIANO. C’era la famiglia che “arrotondava” lo stipendio del padre con lo spaccio di cocaina ed eroina. O la moglie che aveva continuato l’attività del marito, arrestato alcuni mesi fa. Sono undici le persone arrestate ieri, all’alba, dai carabinieri del comando provinciale. Otto sono state raggiunte da ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre agli arresti domiciliari, emesse dal gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa. Non formavano un sistema o un’organizzazione, ma tutti, a vario titolo, devono rispondere di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Uno, invece, è accusato di furto aggravato.

L’operazione. È scattata alle 4 di martedì nei quartieri del centro storico Lancianovecchia e Civitanova, e in altre zone della città, dal quartiere San Giuseppe a Santa Rita alla contrada Torre Marino. Oltre cento militari dell’Arma, provenienti anche dai comandi di Pescara e Teramo, sono andati a bussare alle case degli indagati, 31 in tutto. Nel giro di tre ore sono state eseguite anche 28 perquisizioni e sono stati sequestrati 1,8 chili di sostanze stupefacenti. L’indagine, denominata “Gipsy drug” per le origini rom degli arrestati, è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Lanciano, diretta dal capitano Massimo Capobianco, coordinati dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi. Intercettazioni telefoniche, servizi di appostamento e osservazione, riscontro immediato dell’avvenuta cessione di stupefacenti: in cinque mesi le indagini hanno chiuso il cerchio attorno ad alcune famiglie rom, da tempo residenti nel Frentano, che, avvalendosi di una fitta rete di pusher, avevano messo in piedi una redditizia attività di spaccio di eroina, cocaina, marijuana e hashish. La droga arrivava sulla “piazza” di Lanciano dall’Abruzzo, ma anche da Roma e Milano. Complessivamente sono stati sequestrati un chilo di eroina, 250 grammi di hashish, 250 grammi di marijuana, 240 grammi di cocaina, 10 flaconi di metadone e 10 pasticche di suboxone. Gli arrestati badavano bene a non tenere la sostanza stupefacente in casa, ma in posti facilmente raggiungibili, così da risultare “puliti” in caso di perquisizioni a sorpresa. Nel corso dell’attività investigativa sono state arrestate altre 8 persone in flagranza e denunciate 5.

La famiglia. Tra gli indagati ci sono tre componenti di uno stesso nucleo familiare: Giuseppe Di Rocco, la moglie Soriana Sablone e il figlio Ferdinando, i primi due finiti in carcere e l’altro denunciato in stato di libertà. «Si rifornivano di cocaina ed eroina in Abruzzo ma anche da un corriere milanese», spiega il pm Vecchi, «le conversazioni intercettate con lui offrono uno spaccato interessante su mercato della droga e crisi economica. Al corriere la famiglia diceva di avere necessità di arrotondare lo stipendio da dipendente pubblico del marito per pagare il mutuo e sostentare le famiglie dei figli. Dal canto suo il corriere metteva in guardia che si trattava di un’attività rischiosa e che valeva la pena muoversi solo per grossi quantitativi».

La compagna dell’arrestato.Vera Morelli, invece, ha continuato l’attività del compagno, Fioravante Di Rocco, arrestato nei mesi scorsi sempre per spaccio. A Giovanni Maddestra, già in carcere, avrebbe ceduto 400 grammi di eroina che la incastrerebbero. La Morelli è a sua volta vittima di furto aggravato messo a segno da Fabrizio Guarnieri, fratello della nuora della donna. Il giovane, noto alle forze dell’ordine, è stato ripreso dalle telecamere della videosorveglianza mentre si arrampicava in casa della suocera della sorella, con quest’ultima a fargli da “palo”. Una volta dentro, nel giro di pochi minuti, Guarnieri è uscito dall’abitazione portando con sé 2 mila euro.

Stefania Sorge

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