Scende in piazza la crisi vastese
Sit-in, corteo e volantini: i lavoratori chiedono certezza sul futuro.
SAN SALVO. La preoccupazione del futuro si trasforma in rabbia. Scende in piazza la protesta dei lavoratori del Vastese. Centinaia di dipendenti delle aziende di Punta Penna, Valsinello e Piana Sant’Angelo hanno incrociato le braccia per 4 ore partecipando alla manifestazione Cgil davanti al mercato della 167. Prima un sit-in poi un breve corteo e il volantinaggio fra la gente.
Chiedono certezze per il futuro i lavoratori della «causa vastese». «La mancanza di certezze sta provocando un grande disagio sociale nel Vastese, chi ha famiglia ha il diritto di sapere se domani potrà comprare da mangiare ai propri figli», afferma Mario Codagnone, segretario Fiom. La «causa vastese» è fatta da decine di aziende che chiudono, decentrano, dichiarano ristrutturazioni pesanti. L’elenco delle aziende che hanno messo i lavoratori in cassa integrazione è lunghissimo: dalla Gir sud, alla Robotec, Chicago Blower, Tecnolamiere, Pamec, Sider Vasto, Ilmed, Istonio affilature, alla Golden Lady di Gissi.
Il futuro dei lavoratori Flovetro (50% Pilkington, 50% Sain Gobain) è appeso ad un filo. I sindacati denunciano anche i vissuti dai dipendenti della Innova Sistemi, l’azienda appaltatrice dei magazzini Conad di San Salvo.
E nella vicina Termoli c’è la Cotras sud che, dopo un anno di cassa integrazione, ha mandato 17 dipendenti a casa.Valfrido Adorante (Rsu Denso) approfitta dell’occasione per tornare parlare del contratto nazionale mentalmeccanici: «Programma la riduzione del salario, cancella i diritti e peggiora le condizioni di lavoro, ma soprattutto non difende l’occupazione».
«I lavoratori si sentono umiliati, chiedono di poter decidere personalmente del loro futuro», insiste la Cgil. Centinaia i dipendenti - molti iscritti alla Cisl e alla Uil - della Denso (alternatori e componentistica per auto) che hanno aderito allo sciopero. Da più di un anno 1.080 lavoratori aspettano il rinnovo del contratto integrativo aziendale. Industria e sindacati torneranno a riunirsi nei locali di Assindustria a Vasto venerdì 20 per cercare di raggiungere l’accordo. E in quella sede si parlerà anche di cassa integrazione. L’azienda ha infatti chiesto altri due giorni di cassa integrazione a fine novembre.
Salvo imprevisti, le tute blu si fermeranno il 26 e 27. Centinaia di lavoratori delle aziende dell’indotto sono già in cassa integrazione. Più a sud, a Malfalda, i lavoratori della Smi lottano per non essere licenziati. I rappresentanti della Lega Nord di Vasto hanno promosso un incontro fra sindacati e istituzioni lunedì 16 nell’aula consiliare del municipio di Vasto per elaborare una proposta da presentare ai responsabili dell’azienda che produce prefabbricati, la famiglia Marrollo.
Chiedono certezze per il futuro i lavoratori della «causa vastese». «La mancanza di certezze sta provocando un grande disagio sociale nel Vastese, chi ha famiglia ha il diritto di sapere se domani potrà comprare da mangiare ai propri figli», afferma Mario Codagnone, segretario Fiom. La «causa vastese» è fatta da decine di aziende che chiudono, decentrano, dichiarano ristrutturazioni pesanti. L’elenco delle aziende che hanno messo i lavoratori in cassa integrazione è lunghissimo: dalla Gir sud, alla Robotec, Chicago Blower, Tecnolamiere, Pamec, Sider Vasto, Ilmed, Istonio affilature, alla Golden Lady di Gissi.
Il futuro dei lavoratori Flovetro (50% Pilkington, 50% Sain Gobain) è appeso ad un filo. I sindacati denunciano anche i vissuti dai dipendenti della Innova Sistemi, l’azienda appaltatrice dei magazzini Conad di San Salvo.
E nella vicina Termoli c’è la Cotras sud che, dopo un anno di cassa integrazione, ha mandato 17 dipendenti a casa.Valfrido Adorante (Rsu Denso) approfitta dell’occasione per tornare parlare del contratto nazionale mentalmeccanici: «Programma la riduzione del salario, cancella i diritti e peggiora le condizioni di lavoro, ma soprattutto non difende l’occupazione».
«I lavoratori si sentono umiliati, chiedono di poter decidere personalmente del loro futuro», insiste la Cgil. Centinaia i dipendenti - molti iscritti alla Cisl e alla Uil - della Denso (alternatori e componentistica per auto) che hanno aderito allo sciopero. Da più di un anno 1.080 lavoratori aspettano il rinnovo del contratto integrativo aziendale. Industria e sindacati torneranno a riunirsi nei locali di Assindustria a Vasto venerdì 20 per cercare di raggiungere l’accordo. E in quella sede si parlerà anche di cassa integrazione. L’azienda ha infatti chiesto altri due giorni di cassa integrazione a fine novembre.
Salvo imprevisti, le tute blu si fermeranno il 26 e 27. Centinaia di lavoratori delle aziende dell’indotto sono già in cassa integrazione. Più a sud, a Malfalda, i lavoratori della Smi lottano per non essere licenziati. I rappresentanti della Lega Nord di Vasto hanno promosso un incontro fra sindacati e istituzioni lunedì 16 nell’aula consiliare del municipio di Vasto per elaborare una proposta da presentare ai responsabili dell’azienda che produce prefabbricati, la famiglia Marrollo.