Schiavi d'Abruzzo, dipendente morto in servizio: condannati Comune e Provincia
Dopo 10 anni di attesa i familiari di Antonio Falasca hanno avuto diritto a un risarcimento di 210 mila euro: l'uomo morì nel 2002, un anno dopo una caduta in un ponticello privo di protezione
VASTO. Dipendente comunale muore in servizio, Provincia e Comune condannati in solido a risarcire 210 mila euro agli eredi: dieci anni hanno dovuto aspettare i familiari di Antonio Falasca, dipendente del Comune di Schiavi di Abruzzo, per avere giustizia. L'uomo lavorava alle dipendenze del municipio quando, era il 6 giugno del 2001, rimase coinvolto in un incidente sul lavoro: cadde all'indietro da un ponticello stradale privo di qualsiasi protezione, riportando una frattura vertebro-midollare.
Dal giorno dell'incidente iniziò per il dipendente un lungo calvario ospedaliero fino al marzo dell'anno dopo quando morì. Nel 2005 gli eredi intentarono una causa civile contro l'amministrazione comunale e la Provincia di Chieti, ente gestore della strada sulla quale si verificò l'incidente. Secondo il giudice, il Comune è responsabile di non aver messo in atto tutte le norme di sicurezza sul lavoro. La Provincia, invece, risponde dell'assoluta mancanza di protezioni ai margini della carreggiata della strada.
"Una prima sentenza importante", commenta l'avvocato Tommaso Pugliese, legale degli eredi della vittima, "che deve servire da monito per tutte le amministrazioni pubbliche relativamente al tema della sicurezza sui posti di lavoro".
Dal giorno dell'incidente iniziò per il dipendente un lungo calvario ospedaliero fino al marzo dell'anno dopo quando morì. Nel 2005 gli eredi intentarono una causa civile contro l'amministrazione comunale e la Provincia di Chieti, ente gestore della strada sulla quale si verificò l'incidente. Secondo il giudice, il Comune è responsabile di non aver messo in atto tutte le norme di sicurezza sul lavoro. La Provincia, invece, risponde dell'assoluta mancanza di protezioni ai margini della carreggiata della strada.
"Una prima sentenza importante", commenta l'avvocato Tommaso Pugliese, legale degli eredi della vittima, "che deve servire da monito per tutte le amministrazioni pubbliche relativamente al tema della sicurezza sui posti di lavoro".