CASALBORDINO

Scoppio alla Sabino esplodenti: 3 morti / VIDEO / I NOMI

Boato sentito fino mezzo chilometro di distanza. Tre anni fa in un altro incidente persero la vita 3 operai, domani è prevista l'udienza in tribunale. L'azienda: "Al momento è inspiegabile la causa dell'innesco"

CASALBORDINO. Erano esperti, attenti e consapevoli dei rischi connessi al loro lavoro, ma qualcosa non ha funzionato, nella tarda mattinata, nel corso di una normale fase di lavorazione di munizionamento. E lo stabilimento della Esplodenti Sabino a Casalbordino è stato nuovamente e inspiegabilmente teatro di una tragedia, la quarta nello stabilimento abruzzese, con un'esplosione che non ha lasciato scampo a tre operai. Come il 21 dicembre 2020, quando la ferrovia e la Statale 16 rimasero bloccate per ore mentre si recuperavano i corpi delle vittime di un tremendo scoppio, anche allora morirono tre operai.

Nella fabbrica con oltre 70 dipendenti che cura, recupera e tratta polvere pirica derivata da bonifiche di ordigni bellici, hanno perso la vita Fernando Di Nella, 62 anni di Lanciano, Gianluca De Santis, 40enne di Palata (Campobasso), e Giulio Romano, 56, di Casalbordino. Due colleghi sono stati portati via in ambulanza in stato di choc, ma non feriti. Il boato si è sentito fino a mezzo chilometro di distanza. Sul luogo dell'esplosione 118, vigili del fuoco, carabinieri, polizia di Stato e polizia locale, che hanno stretto una cintura di sicurezza intorno alla zona. Alcune abitazioni vicine sono state fatte sgomberare per precauzione.

Per i fatti del 2020 proprio domani, 14 settembre, dinanzi al giudice del Tribunale di Vasto, è in programma l'udienza preliminare per dieci imputati, società compresa: l'accusa principale è di cooperazione colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche.

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Morti nell'esplosione, la cintura di sicurezza intorno alla fabbrica di materiale pirico
Forze dell'ordine e vigili del fuoco mobilitati a Casalbordino dopo il boato alla Sabino esplodenti (video G.Daccò)

In Prefettura è stato attivato il Centro coordinamento dei soccorsi presieduto dal prefetto vicario di Chieti, Valentina Italiani, che resta operativo fino a cessata emergenza.

L'AZIENDA .«Resta, allo stato, inspiegabile la causa dell'innesco - interviene la Sabino Esplodenti con una nota - che ha determinato la dolorosa perdita di tre lavoratori sebbene esperti formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni. I soci della Esplodenti Sabino, assicurando la più ampia collaborazione della società con l'autorità giudiziaria per l'accertamento delle cause del sinistro, sono vicini ai familiari delle vittime con cui condividevano quotidianamente gli ambienti di lavoro e le attività lavorative e ai quali manifestano la incondizionata solidarietà precisando che, per quanto di competenza, la società si farà carico di ogni loro esigenza anche attraverso le proprie compagnie di assicurazione».

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 L'ultimo incidente mortale in Abruzzo che ha riguardato fabbriche o depositi di materiale pirico risale allo scorso febbraio quando un uomo morì nell'esplosione di un deposito alle porte di Teramo.

Alla Sabino nel 1992 morì il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall'innesco di una spoletta; e nel 2009 altri due rimasero feriti gravemente in un'altra esplosione.

https://www.ilcentro.it/chieti/morti-alla-esplodenti-sabino-la-ditta-presto-con-le-indagini-1.2551572