Se ne va un pezzo di storia della Cgil: è morto Di Stefano

CHIETI . La Cgil e la sinistra chietina piangono Antonio Di Stefano, morto ieri all’età di 85 anni a causa di un’emorragia cerebrale. Poche settimane fa Di Stefano aveva perso l’amata moglie Tina. Storico dirigente del sindacato, era nato in Puglia ed era arrivato a Chieti dopo una lunga esperienza da delegato Fiom Cgil alla Magneti Marelli di Sesto San Giovanni. Il trasferimento in Abruzzo fu deciso dal sindacato dopo che Di Stefano, negli anni ’70, fu minacciato di morte dai terroristi delle Brigate Rosse. «Se n’andato poco tempo dopo la morte della sua amatissima moglie Tina, una donna e compagna veramente speciale. Comunista e sindacalista per tutta la vita, con generosità e coerenza. Non si risparmiò nella lotta al terrorismo che tentava di entrare nelle grandi fabbriche metalmeccaniche milanesi, dalla “sua” Marelli alla Sit Siemens, alla Falk, alla Breda, all’Alfa Romeo. Per il suo rigore intransigente contro i terroristi , fu seriamente minacciato di morte da parte della colonna milanese delle Brigate Rosse, che avevano scelto di “punire” chi le contestava in fabbrica», lo ricorda Gianni Melilla. In politica, una trafila iniziata nel Pci, prima del Pds e dei Ds. Scelse di non aderire al Pd e s’impegnò con Sel, di cui fu segretario provinciale a Chieti. «Solo qualche settimana fa ha dovuto affrontare un dolore immenso, incolmabile, la perdita di tua moglie con cui ha passato una vita insieme. Nonostante questo ha continuato a vederci per le riunioni del circolo di Sinistra Italiana di Chieti a teneva tanto, a cui stava contribuendo con l’esperienza. Non si è fermato nemmeno di fronte al gravissimo lutto. Mancherà tantissimo», sono le parole di Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana. I funerali di Antonio Di Stefano si terranno oggi pomeriggio alle 16 nella chiesa di San Francesco Caracciolo, a Chieti. (o.d.a.)