San salvo
Servizio mensa scolastica in gestione ai privati
SAN SALVO. Migliorare la qualità del servizio eliminando il problema del personale assunto con contratti interinali. È con questo obiettivo che la nuova amministrazione comunale del sindaco,...
SAN SALVO. Migliorare la qualità del servizio eliminando il problema del personale assunto con contratti interinali.
È con questo obiettivo che la nuova amministrazione comunale del sindaco, Tiziana Magnacca (centrodestra) ha deciso di esternalizzare la mensa scolastica, cioè di affidare il servizio ai privati. Una decisione che la minoranza dell’opposto schieramento contesta convinta che la gestione diretta ha dato finora ottimi risultati.
Parlano di scelta «sbagliata e inopportuna», i consiglieri di San Salvo democratica. Angelo Angelucci, Domenico Di Stefano e l’ex sindaco, Gabriele Marchese, difendono la gestione diretta della mensa e rivendicano la qualità del servizio erogato.
«La mensa, da sempre gestita direttamente dal Comune, non ha mai dato problemi di nessuna natura e ha sempre prodotto cibi di buona qualità a costi altamente competitivi anche nei confronti dei privati», dicono i tre consiglieri comunali, «questa scelta del centrodestra, senza nessuna valutazione di merito e senza uno studio comparativo appropriato sui costi e benefici, rappresenta un salto nel buio per i bambini, per le loro famiglie e per il personale che fino ad oggi ha gestito la mensa con grande competenza e professionalità. Sebbene da parte nostra non vi sia una visione preconcetta delle privatizzazioni, siamo convinti che nel caso in questione l’intervento dei privati non sempre è sinonimo di qualità e competitività, specialmente se tali scelte vengono effettuate sui bambini in tenera età ai quali va riservata la massima attenzione», concludono Angelucci, Di Stefano e Marchese che invitano l’amministrazione comunale a rivedere la decisione presa.
«Il nostro obiettivo è la qualità del servizio che vogliamo costruire insieme agli utenti», spiega dal canto suo il sindaco, «le mamme sono tutte a favore di questa scelta. Anche se Marchese fa finta di non ricordarselo, in passato ci sono state grosse lamentele sulla qualità del cibo. Non si può propinare riso ai bambini quattro volte la settimana o fargli mangiare il brodo a giugno. L’altro aspetto è quello relativo ai costi del personale», continua la Magnacca, «i limiti stringenti del bilancio e del patto di stabilità impongono di eliminare le assunzioni con i contratti interinali che all’ente costano il doppio. Abbiamo introdotto anche dei correttivi: le famiglie pagheranno quattro euro a pasto e solo per i giorni in cui usufruiscono della mensa. Saranno esentati i nuclei familiari meno abbienti e verranno abbassati i prezzi per i bambini che usufruiscono del tempo pieno», conclude il sindaco.
Anna Bontempo
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