Sevel, il tribunale di Lanciano reintegra la Fiom
Il tribunale del lavoro ha dichiarato il comportamento antisindacale dell'azienda di Atessa e del gruppo Fiat per aver negato le nomine dei dirigenti della Fiom. Di Rocco: "Rientriamo dalla porta principale"
LANCIANO. Il tribunale del lavoro di Lanciano ha dichiarato, oggi, il comportamento antisindacale della Sevel di Atessa , e con esso il gruppo Fiat, per aver negato l'efficacia e la legittimità delle nomine dei dirigenti della rappresentanza sindacale aziendale della Fiom- Cgil e tutte le conseguenti prerogative sindacali derivanti da tali nomine.
Il giudice Flavia Grilli ha così ordinato alla Sevel di cessare immediatamente dalla sua condotta, intimandole di consentire la nomina della rsa Fiom e di riconoscere e garantire alla medesima l'esercizio di tutti i diritti previsti dal titolo III dello Statuto dei Lavoratori. Il giudice ha quindi ordinato l'affissione del decreto, a cura della Sevel, nei locali dell'azienda ed in un luogo accessibile a tutti, per un periodo di 20 giorni. Le spese di giudizio sono state compensate. "Rientriamo dalla porta principale", dice Marco Di Rocco, segretario provinciale di Chieti della Fiom ricorrente, "nei prossimi giorni nomineremo di nuovo i nostri 17 rappresentanti già proposti lo scorso gennaio".
Sulla reintegra della Fiom, intervengono il segretario regionale di Rifondazione comunista Marco Fars e il segretario provinciale Chieti Riccardo Di Gregorio: "Il comportamento della Sevel nei confronti della Fiom è fuori legge", dicono, "la condotta della Sevel è antisindacale. E' illegittimo escludere dalle fabbriche un sindacato che non è d’accordo con il padrone. Non si può negare la democrazia in fabbrica; non si può imporre ai lavoratori di farsi rappresentare dai soli sindacati che accettano ogni capriccio padronale. Il fascismo aziendale pensato da Sevel e servilmente accettato da Cisl, Uil, Fismic e Ugl è illegale". Secondo Fars e Di Gregori, "accettare peggiori condizioni di lavoro non aiuta ad uscire dalla crisi, come gli stessi licenziamenti in Sevel stanno a dimostrare".
Il giudice Flavia Grilli ha così ordinato alla Sevel di cessare immediatamente dalla sua condotta, intimandole di consentire la nomina della rsa Fiom e di riconoscere e garantire alla medesima l'esercizio di tutti i diritti previsti dal titolo III dello Statuto dei Lavoratori. Il giudice ha quindi ordinato l'affissione del decreto, a cura della Sevel, nei locali dell'azienda ed in un luogo accessibile a tutti, per un periodo di 20 giorni. Le spese di giudizio sono state compensate. "Rientriamo dalla porta principale", dice Marco Di Rocco, segretario provinciale di Chieti della Fiom ricorrente, "nei prossimi giorni nomineremo di nuovo i nostri 17 rappresentanti già proposti lo scorso gennaio".
Sulla reintegra della Fiom, intervengono il segretario regionale di Rifondazione comunista Marco Fars e il segretario provinciale Chieti Riccardo Di Gregorio: "Il comportamento della Sevel nei confronti della Fiom è fuori legge", dicono, "la condotta della Sevel è antisindacale. E' illegittimo escludere dalle fabbriche un sindacato che non è d’accordo con il padrone. Non si può negare la democrazia in fabbrica; non si può imporre ai lavoratori di farsi rappresentare dai soli sindacati che accettano ogni capriccio padronale. Il fascismo aziendale pensato da Sevel e servilmente accettato da Cisl, Uil, Fismic e Ugl è illegale". Secondo Fars e Di Gregori, "accettare peggiori condizioni di lavoro non aiuta ad uscire dalla crisi, come gli stessi licenziamenti in Sevel stanno a dimostrare".
© RIPRODUZIONE RISERVATA