Si arrende la Sider Vasto 40 operai in mobilità

Da maggio la storica azienda siderurgica manda a casa i lavoratori rimasti Un dipendente: «Il nostro futuro nell’indifferenza delle istituzioni»

VASTO. Anche la Spa Sider Vasto, una delle aziende storiche di Punta Penna, getta la spugna. A maggio tutto il personale sarà messo in mobilità. Per i 40 dipendenti che da mesi percepiscono lo stipendio dimezzato è un duro colpo. Le famiglie sono disperate.

«Eppure il nostro futuro sembra non interessare a nessuno», scrive un lavoratore in una nota. «L’azienda è sempre più confusa e non sa dare una risposta. La frase ricorrente è: “dobbiamo aspettare tempi migliori”. Quella che spaventa è l’indifferenza delle istituzioni che ci rappresentano. Sembra che si aspetti la morte di un malato terminale. Il paziente soffre sempre di più senza il conforto di nessuno se non dei parenti più stretti», sono le amare considerazioni del dipendente.

La storia della Sider Vasto è purtroppo simile a quella di molte altre aziende del territorio che non riescono più ad andare avanti. L’impresa del settore siderurgico ha iniziato a lavorare a Vasto nel 1978. Nel 2004 ha incorporato la ProfilVasto di Basciano (Teramo) per poter ampliare la produzione. Alla fine degli anni 90 lìorganico sfiorava le 90 unità.

Nel 2005 il personale è stato ridotto del 30%. Ora i lavoratori sono meno di 40. Da gennaio 2009 è iniziata la cassa integrazione, prima ordinaria (Cig) poi straordinaria, poi sono arrivati i contratti di solidarietà. Dallo scorso mese di maggio i lavoratori sono in Cig a zero ore per un anno. A maggio 2013 tutto il personale sarà messo in mobilità.

Una sorte che è toccata a molte altre attività dell'area industriale di Punta Penna. Il vortice della crisi continua a risucchiare un numero sempre maggiore di aziende. Il grafico dell’occupazione scende a picco mentre cresce l’esercito dei dipendenti in cassa integrazione o, peggio, in mobilità. Persino la Ecofox, azienda del gruppo Berloni che produce biodiesel, ha messo il freno. In questo periodo si occupa essenzialmente della commercializzazione del prodotto finito. In fabbrica è rimasta una decina di lavoratori.

I volumi produttivi in tutto il settore metalmeccanico sono in forte discesa. Attualmente nel Vastese ci sono più di mille lavoratori, cosiddetti “maturi”, ossia con più di 40 anni alle prese con un presente drammatico e un futuro da ricostruire. Sono tantissimi i residenti del comprensorio che negli ultimi mesi hanno oltrepassato la linea sottile che separa la normalità dalla povertà.

«In questo periodo tutti i politici parlano di lavoro e fanno promesse. La verità è che serve una terapia d’urto per evitare che questa agonia diventi senza più ritorno», è l'appello dei lavoratori dell'area industriale di Punta Penna.

Paola Calvano

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