Si lanciò in macchina sulla folla: «Travaglini subito a processo» 

Il tribunale del riesame respinge l’istanza di scarcerazione per il 28enne che investì due anziani L’udienza è fissata per il 14 dicembre: l’avvocato del giovane valuta la richiesta di rito abbreviato

LANCIANO. Processo con rito immediato fissato al 14 dicembre 2022. Indagini lampo quelle della procura di Lanciano e dei carabinieri frentani, guidati dal maggiore Fabio Vittorini, sulla vicenda di Emanuele Travaglini, 28enne di Casoli rinchiuso nel carcere di Villa Stanazzo dal 13 settembre scorso con l’accusa di tentato omicidio. Il giovane, quella mattina, ha imboccato con la Punto bianca del padre a folle velocità corso Trento e Trieste, ha investito e ferito due pensionati, è fuggito per poi consegnarsi ai carabinieri. Ieri il tribunale del riesame ha respinto la sua richiesta di scarcerazione: il giovane deve restare in carcere.
INDAGINI CHIUSE
Sono bastati meno di due mesi al sostituto procuratore Francesco Carusi per chiudere le indagini su Travaglini e il giorno di follia dell’inizio delle feste di settembre, in cui il 28enne ha rischiato di uccidere due persone, ferite gravemente, e di ferirne altre. Come ricostruito dai carabinieri che hanno svolto le indagini, Travaglini quella mattina si è diretto a Lanciano, ha imboccato il Corso e investito le persone ma non in preda ad un raptus di follia. Come affermato dal maggiore dei carabinieri Vittorini dopo l’arresto del 28enne che ha chiamato lui stesso i militari, Travaglini era «pienamente consapevole di quanto fatto, ha riconosciuto la gravità del gesto». Una “consapevolezza” che ha portato il giudice per le indagini preliminari Massimo Canosa nelle scorse settimane a respingere la richiesta di arresti domiciliari presentata dall’avvocato dell’uomo, Alberto Paone, per il pericolo di recidiva; per il magistrato Travaglini ha commesso un fatto troppo grave, è «pericoloso, sprezzante delle regole e capace anche quindi di ripetere il gesto». Giudice che ha accolto la richiesta della procura del processo con rito immediato fissato al prossimo 14 dicembre, a tre mesi dalla tragedia sfiorata.
L ACCUSA
Travaglini deve rispondere di tentato omicidio: il 13 settembre era uscito di casa, a Casoli, per andare al bar a fare colazione, ma poi si è ritrovato a Lanciano e ha imboccato il Corso con la Fiat Punto bianca del padre con cui viveva a Casoli «perché doveva scappare». «L’ansia mi assaliva», raccontò Travaglini nell’interrogatorio, «la testa mi scoppiava: era piena di voci, di rumori. C’è un’ombra che mi opprime, mi segue sempre. Poi c’erano luci accecanti». Nella sua folle corsa il 28enne investì due pensionati, Gabriele Staniscia, 78 anni, e Luciana Iavicoli, 68 anni, che riusci a salvare il nipotino Federico, di un anno e mezzo, spingendo via il carrozzino dove si trovava il bambino. Travaglini disse che credeva di aver colpito dei tavolini dei bar del Corso con la macchina, non delle persone. Si sarebbe reso conto pian piano di aver «combinato un disastro», come disse ai carabinieri che lui stesso chiamò per farsi andare a prendere a Santa Maria dei Mesi, dove arrestò la sua folle corsa. Per la Procura si è invece trattato di un tentato omicidio: è questa l’accusa di cui il 28enne dovrà rispondere a processo.
L’ABBREVIATO
Ora l’avvocato Alberto Paone ha la possibilità di chiedere riti alternativi. Il legale ha richiesto già una perizia psichiatrica per il suo assistito, che in passato pare abbia avuto problemi psichici mai indagati a fondo. L’avvocato vuole dimostrare che Travaglini non era capace di intendere e volere nel momento del reato e ha anche svolto indagini difensive che sono alla base, insieme alla perizia, della prossima richiesta del rito abbreviato che, in caso di condanna, porta alla riduzione di un terzo della pena.