Tribunale
Si stacca l’intonaco dal solaio transennata l’aula magna
VASTO. Una grossa fetta dell’aula interdetta e transennata da un nastro bianco e rosso. Schegge di intonaco sul pavimento e il solaio sgretolato. È stata impietosa l’immagine offerta dal Palazzo di...
VASTO. Una grossa fetta dell’aula interdetta e transennata da un nastro bianco e rosso. Schegge di intonaco sul pavimento e il solaio sgretolato. È stata impietosa l’immagine offerta dal Palazzo di giustizia di via Bachelet, ieri mattina, ai numerosi scolari entrati nell’aula magna per assistere all’incontro sull’uso e abuso delle nuove tecnologie promosso dal presidente dei Lions Club Vasto Host, Nicola Farina.
Il suo aspetto, in stridente contrasto con l’eleganza e la cura dell’edificio inaugurato 27 anni fa e che fu sede del Congresso nazionale dei magistrati, ha creato non poche perplessità. La grande sala che ospitò illustri ospiti - fra essi anche il giudice Antonio Falcone - è rimasta indietro nel tempo. Un ulteriore segno del destino riservato al palazzo con il trasferimento della struttura giudiziaria a Chieti. Un altro problema per giudici, avvocati e operatori.
Con grande savoir faire ieri mattina il procuratore capo, Francesco Prete, ha comunque ricevuto gli alunni. I ragazzi sono stati sistemati lontano dalla zona transennata per evitare problemi causati da una nuova possibile pioggia di calcinacci. «Una ipotesi niente affatto remota considerando la polvere e la quantità di intonaco trovato all’apertura della struttura sulle sedie e sul pavimento», dicono gli operatori.
Non è la prima volta, purtroppo, che nel palazzo si verificano cedimenti. Nel 2008 si scheggiarono i gradini della scalinata esterna. Uno dei bagni del secondo piano venne chiuso e rimase sigillato per mesi. Tre anni fa a cedere fu l’intonaco della facciata principale. Il tribunale cade a pezzi. Avvocati, giudici ed operatori sono esasperati. Il Comune pare abbia stanziato diversi mesi fa una somma per la sistemazione del palazzo di giustizia. Ma i lavori tardano ad iniziare.
E nel frattempo il ministro Paola Severino ha deciso di chiudere la struttura e accorparla al tribunale di Chieti. «È proprio vero che le iatture non arrivano mai da sole», dicono gli avvocati decisi comunque a ottenere un ripensamento dal ministro della Giustizia. E proprio ieri mattina gli avvocati hanno avviato una raccolta di firme in favore del tribunale anche al Comune di San Salvo. «Per firmare è necessario rivolgersi a Nicola Civitarese. È importante essere muniti di un documento», fa sapere l’avvocato Clementina De Virgilis. La petizione andrà avanti fino al 30 ottobre. «Andate a firmare a Vasto o San Salvo. Salviamo il nostro palazzo di giustizia, il lavoro di centinaia di operatori e l’economia del comprensorio», insiste l’avvocato Gabriele D’Ugo, presidente del Comitato anti-soppressione. (p.c.)
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