Silda forza il blocco di notte Gli operai fanno barriera

Gissi, nuovo tentativo della ditta di portare via 500 paia di scarpe per i clienti Lavoratrice colta da malore e trasferita in ospedale. Polemiche sul vertice di Roma

GISSI. Distese per terra, vegliando al freddo durante la notte per proteggere l’ingresso dell’azienda ed evitare il prelievo delle scarpe che hanno realizzato. Diventare un pezzo della barriera umana che si oppone ai mezzi che cercano di entrare in fabbrica ed essere per questo identificate dalle forze dell’ordine. Non era così che le ex lavoratrici della Golden Lady passate alla Silda Invest immaginavano il loro futuro quando il 29 maggio 2012 da Roma partiva l’annuncio della straordinaria operazione di riconversione, il primo tassello della rilancio economico della Val Sinello. A distanza di 14 mesi, i “protagonisti” della riconversione si sono ritrovati ieri a Roma(Silda ha inviato una relazione scritta) ma per discutere del flop dell’accordo modello. Polemica per l’esclusione di Provincia e Comune dal summit. Intanto in Val Sinello si susseguono le notti travagliate.

Il sequestro. Neppure il sequestro conservativo disposto dal giudice del lavoro ha avuto l’epilogo immaginato. L’ufficiale giudiziario arrivato martedì nel capannone alle 15,30 è uscito dalla fabbrica alle 4,30 di ieri. «Il sequestro è stato applicato al caveau e ai macchinari, ma non al prodotto semilavorato», spiega l’avvocato della Uil, Carmine Di Risio, presente all’operazione con il collega Agostino Chieffo, legale della Cisl. La Silda contesta anche il sequestro dei macchinari perché sono stati acquistati con il “Patto di riservato dominio”. Parte della merce che era in fabbrica, comunque, non appartiene a Silda. «Il materiale sequestrato è stato affidato a un custode esterno», fanno sapere gli avvocati. L’ufficiale giudiziario tornato in tribunale ha presentato al giudice un documento di “Incidente di esecuzione”.

La tensione. Il nuovo tentativo della Silda di portare 50 paia di scarpe ha scatenato una nuova levata di scudi dei lavoratori. Alle 4,45 di ieri una lavoratrice stremata dalla tensione e dalla stanchezza si è sentita male. La donna, soccorsa dalla Protezione civile Vasto, è stata trasferita all’ospedale San Pio mentre carabinieri e polizia riportavano la calma davanti alla fabbrica. Prima di andare via i rappresentanti della Silda hanno proposto ai lavoratori il saldo delle spettanze e la liquidazione entro il 31 luglio. La prima risposta è stata negativa.

L’incontro al ministero. Il tavolo tecnico è iniziato pochi minuti dopo le 16 senza Provincia e Comune. «Siamo stati ignorati», dice offeso il sindaco Nicola Marisi. Il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, ha espresso il proprio rammarico per l’accaduto in una lettera a Giampiero Castano, responsabile della Direzione politiche industriali del ministero dello Sviluppo economico. «Questa indifferenza istituzionale mi risulta incompresa a prescindere dal fatto che i profili della questione attengono la Regione e le imprese coinvolte, credo che gli enti locali siano stati validi rappresentanti delle esigenze delle parti sociali», scrive Di Giuseppantonio.

Legnini: l’azienda paghi. «La gravità della vicenda della riconversione industriale della Golden Lady è emersa negli incontri separati che si sono tenuti al ministero e ai quali ho partecipato», ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, «occorre che la Silda paghi con urgenza i lavoratori e che si riapra un confronto che comprenda anche la Golden Lady, per verificare chi è stato inadempiente agli impegni a suo tempo assunti e cosa è possibile fare per riprendere la via di una nuova riconversione».

Paola Calvano

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