Sindacati soddisfatti ma cauti sul rilancio Honda
Manzi (Uilm): segnale posivito, ma da monitorare Bologna: ricordiamo che dalla azienda sono usciti in 300
ATESSA. Un segnale importante, un nuovo scenario, ma anche una fase da monitorare attentamente affinché il sacrificio pagato fino ad ora dalla Val di Sangro non risulti vano. E' così che i sindacati leggono la volontà della nuova dirigenza Honda ad investire ancora sul territorio con due nuovi scooter e le componenti prese direttamente dall'indotto altamente specializzato della Val di Sangro. «Non era mai accaduto che la Honda facesse questo tipo di comunicazione», commenta Nicola Manzi, segretario provinciale della Uilm «di certo il messaggio è positivo e apre un nuovo scenario». «Si dà una prima risposta alle famiglie di 340 lavoratori», prosegue Manzi, «e a chi dopo 40 anni vedeva sfumare il sogno di lavorare con una grande multinazionale. La Honda è un patrimonio della Val di Sangro e di tutto l'Abruzzo, ci auguriamo che a in breve tempo si dia seguito a tutti gli impegni assunti al Ministero dello sviluppo economico. Noi seguiremo tutta la fase con attenzione».
«Il primo obiettivo è la salvaguardia dello stabilimento di Atessa» considera Mario Codagnone, segretario provinciale della Fiom , «centrale per il territorio e per l'Europa. La condizione attuale di 355 lavoratori a tempo indeterminato, più gli 80 stagionali e i lavoratori dei servizi deve essere inoltre un punto di partenza. Il comparto e il territorio hanno dato parecchio, ora bisogna fare un discorso di prospettiva, recuperare il reddito dei lavoratori e rilanciare l'occupazione e la capacità di spesa».
Nei giorni scorsi l'azienda ha incontrato in Provincia i sindacati per la mobilità dei 5 dipendenti in esubero. L'accordo raggiunto prevede che i lavoratori possano avere un'altra settimana di tempo per decidere di lasciare lo stabilimento dietro incentivo, poi l'azienda potrà applicare i criteri di legge per la mobilità forzata. Più scettico appare Domenico Bologna, Fim-Cisl: «I due nuovi modelli erano già previsti nel piano industriale: non illudiamoci». «Apprezziamo questa volontà dell'azienda», sottolinea Bologna, « ma aspettiamo il mercato. Se non risponde bisognerà affidare allo stabilimento delle produzioni aggiuntive. L'unica cosa certa finora è che dalla Honda sono usciti 300 lavoratori e che il territorio ha pagato un prezzo altissimo, non più ripetibile. La Honda inoltre è diventato uno stabilimento di soli scooter, mentre prima ad Atessa si realizzavano le maxi moto. Entro il 2016 il piano prevede la produzione di 120mila moto, ciò significa che dovremo raddoppiare la produzione di oggi: staremo a vedere».
Daria De Laurentiis
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