Sixty al ribasso solo 50 addetti nella sede teatina
Incontro al ministero, con la Newco a casa 250 addetti Legnini: inaccettabile. Mascitelli: la Regione era assente
CHIETI. Sixty, vertenza al ribasso. Sono sempre più risicati i numeri che la nuova proprietà, il fondo d’investimento panasiatico Crescent HidePark, prevede sul capoluogo teatino. «La Newco, che nasce da una costola dell’odierna Spa con una cessione di ramo d’azienda», dice da Roma l'Rsu Marino D'Andrea, «avrà a Chieti tra i 40 e i 50 addetti, si occuperà del solo mercato italiano e prevede un investimento di 20 milioni di euro».
Fuori dunque 350 lavoratori almeno a Chieti, in totale 600 esuberi in tutta Italia, dove i dipendenti della Newco, compresi quelli teatini, sfioreranno le 200 unità. E’ la verità che emerge dal tavolo ministeriale, lo stesso che appena 13 giorni fa aveva registrato la novità della Newco ma con 50-60 addetti, e, stando sempre a quanto riferisce D'Andrea, «aveva previsto 50 milioni di investimento e un mercato per lo meno allargato all’Europa».
Profonda delusione tra i lavoratori, che fino a tarda notte hanno atteso i rappresentanti sindacali di ritorno da Roma, per decidere se interrompere o meno l'occupazione della hall aziendale.
«La Newco si occuperà del solo mercato italiano», aggiunge Marino D’Andrea, “non abbiamo ancora un piano industriale scritto ma da quello che ci ha presentato a voce Paolo Bodo, uomo ponte con la Cina di Sixty da anni e che sarà l’amministratore di questa nuova azienda, non avrà più di 40-50 addetti, con 25 impiegati al prodotto per un campionario da distribuire solo in Italia, 13 al commerciale, 3 al marketing, 7 all’amministrazione e 2 manager. Verranno prodotti i marchi di Energie, Miss Sixty, Murphy&Nye e Refrigiwear. Scompare Killah». In ogni caso i lavoratori non credono in questa Newco. «Farà made in Italy per la sola Italia, già questo basta a descrivere le nostre riserve», commenta l'Rsu Nadia Di Naccio che con la collega Carmela Carmeno aggiunge: «C'è forte preoccupazione tra noi lavoratori sulla prospettiva della sola mobilità per gli esuberi, viste le nuove norme in materia, che avremmo anche con sei mesi in meno rispetto ai tempi attualmente previsti. Questo mese, poi, sembra che l'azienda non ci anticipi neanche l'assegno di cassa integrazione».
Il tavolo ministeriale si chiude ancora una volta con un muro tra sindacati e azienda. «All’ipotesi della liquidazione dell'azienda, continuiamo a contrapporre quella di un’amministrazione controllata», dice Giuseppe Rucci della Filctem-Cgil, «con garanzie per tutti i 390 lavoratori e sulla continuità aziendale».
Se il senatore del Pd, Giovanni Legnini, torna a definire “inaccettabile” l’ipotesi della Newco ai minimi termini dal punto di vista occupazionale, Alfonso Mascitelli dell’Idv critica l’assenza al tavolo dei governi nazionale e regionale. Comune, Provincia e lo stesso Mascitelli avevano chiesto la presenza dei ministri Corrado Passera ed Elsa Fornero.
«Il vice ministro Michel Martone», conclude il senatore Idv, «in un messaggio mi ha detto che era a un incontro su Fiat. Gli ho risposto e sottolineo che il Made in Italy non è soltanto Fiat, mentre rimango meravigliato dell’assenza di esponenti politici del governo regionale su una vertenza così pesante per il nostro territorio».
Sipo Beverelli
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