Sixty, i nuovi proprietari incontrano i sindacati
A rischio il posto di 169 lavoratori che operano nella fabbrica allo scalo La Cisl: vogliamo sapere se ci sono fondi per l’annunciato rilancio dei marchi
CHIETI. Sixty, vertice della verità questa mattina in Confindustria tra sindacati e azienda. Presente l'amministratore delegato di Sixty, Pietro Bongiovanni, atteso dai sindacati, che hanno da sempre chiesto anche di una rappresentanza della nuova proprietà, il fondo d’investimento panasiatico Crescent HidePark, per conoscere a fondo i dettagli sull'operazione di trasferimento dell'intero pacchetto azionario del gruppo moda fondato alla fine degli anni ‘80 da Wicky Hassan e Renato Rossi. In bilico c’è il futuro occupazionale di 414 dipendenti. Nel giro di tre anni il piano industriale prevede già esuberi per 169 unità. «Se davvero il nuovo gruppo porta capitali freschi in Sixty», dice Carlo Petaccia della Cgil, «allora ci aspettiamo per lo meno che si ridiscuta il piano industriale e rientri la prospettiva degli esuberi. Se rilancio deve essere, che ci siano segnali tangibili da subito, altrimenti per noi rimane una operazione finanziaria con dubbia ricaduta sul tessuto economico locale».
Dall'azienda filtrano pochi commenti ma è netta la certezza che l'operazione porti linfa vitale al gruppo, noto in tutto il mondo per i marchi di jeans Miss Sixty ed Energie, ma anche per gli altri brand, da Killah a Murphy&Nye e RefrigiWear. Il fondo panasiatico, con sedi a Shangai e Singapore, a sorpresa alla fine di maggio ha acquisito l'intero pacchetto azionario, riversando capitali freschi in Sixty, che ha fortemente risentito della crisi economica degli ultimi tempi e visto sgonfiare il proprio fatturato in soli due anni di circa 200 milioni di euro, maturando al contempo un debito di circa 300 milioni di euro. L’assetto organizzativo e manageriale dell'azienda da aprile a oggi è rimasto invariato. Pietro Bongiovanni è ancora amministratore delegato e molti dirigenti sono rimasti al proprio posto.
Sixry, vertice con Aspetto che in azienda viene letto a sostegno dell'intenzione dei nuovi azionisti di rilanciare i marchi senza stravolgere l'impronta italiana.«Mi aspetto che l’azienda faccia chiarezza in maniera ufficiale», dice Ettore Di Natale della Femca-Cisl, «e che possa uscire un documento sui contenuti emersi nell’incontro, con particolari sul nuovo assetto societario.Voglio capire anche se il piano industriale rimane lo stesso e come avverrà la ristrutturazione del debito societario, se ci saranno fondi per il rilancio dei marchi e una risposta sulla delocalizzazione di alcune aree e servizi aziendali, con la possibilità concreta di ricollocazione per il personale Sixty».
Sipo Beverelli
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