Sixty, rete d’imprese anti crisi
Il piano di rilancio arriva dal Patto Chietino-Ortonese.
CHIETI. «Un futuro sempre più abruzzese per la Sixty». Francesco Mancini, presidente del patto Chietino-Ortonese, riassume il progetto che sta realizzando per l’azienda teatina. «L’idea», dice Mancini, «è quella di riunire in una rete di imprese, i laboratori artigianali locali del tessile-abbigliamento, che lavorano per Sixty». «Il progetto che abbiamo in mente», continua Mancini, «vuole soddisfare in maniera sempre più innovativa e tempestiva la domanda e le tendene del Pronto moda». E’ la direzione più recente dell’arte di vestire che si base su maggiori produzioni durante l’anno. «E’il sistema produttivo attuale», osserva Francesco Mancini, «capace di sfornare più collezioni durante l’anno.
Un percorso in cui le nostre eccellenze possono emergere certamente con più facilità, battendo sul tempo i concorrenti internazionali, che in questi anni ci hanno via via tolto le produzioni delle collezioni tradizionali». Il lavoro è iniziato sei mesi fa, in risposta a una precisa istanza arrivata dal gruppo Sixty. Stretta, come tante aziende, nella morsa di una crisi impietosa, l’azienda di moda teatina ha voluto cercare nuove strategie. «Abbiamo proposto la possibilità di costituire una sorta di piattaforma operativa locale», riprende il presidente del Patto Chietino-ortonese, «un consorzio o una rete di imprese, per esempio, che realizzasse un nuovo modello operativo, in grado di restituire efficienza al settore nell’intera provincia». A inizio agosto si sono incontrati per la prima volta 15 rappresentanti di laboratori locali, non l’intera galassia Sixty ma quella più vicina al capoluogo teatino. Laboratori che danno lavoro, stando a quanto dice Mancini, a circa 200 dipendenti e sommano un fatturato annuo di circa 5 milioni di euro.
«La proposta è quella di riunirli insieme in una sorta di laboratorio diffuso», continua il presidente del Patto, «un modello simile a quello che Honda ha realizzato con il consorzio Cisi nel metalmeccanico. Dopo aver tracciato un profilo complessivo dei laboratori interpellati e individuato le criticità di sistema, stiamo passando all’elaborazione del piano industriale di questo soggetto». E’ nato un gruppo tecnico con esperti di Patto Chietino-ortonese, Sixty e laboratori artigianali locali, che conta di rendere operativo questo nuovo soggetto imprenditoriale già da febbraio 2010, all’esordio dei lavori per la nuova collezione. «Una nuova realtà che», conclude Mancini, «vuole dare una risposta di speranza a un settore che rischia di andare perduto nel nostro territorio. Un soggetto che non avrà a che fare solo con l’azienda Sixty ma anche con altri clienti, sviluppando parti produttive, come l’ideazione dei modelli, che oggi i nostri laboratori, da soli, non hanno».
Un percorso in cui le nostre eccellenze possono emergere certamente con più facilità, battendo sul tempo i concorrenti internazionali, che in questi anni ci hanno via via tolto le produzioni delle collezioni tradizionali». Il lavoro è iniziato sei mesi fa, in risposta a una precisa istanza arrivata dal gruppo Sixty. Stretta, come tante aziende, nella morsa di una crisi impietosa, l’azienda di moda teatina ha voluto cercare nuove strategie. «Abbiamo proposto la possibilità di costituire una sorta di piattaforma operativa locale», riprende il presidente del Patto Chietino-ortonese, «un consorzio o una rete di imprese, per esempio, che realizzasse un nuovo modello operativo, in grado di restituire efficienza al settore nell’intera provincia». A inizio agosto si sono incontrati per la prima volta 15 rappresentanti di laboratori locali, non l’intera galassia Sixty ma quella più vicina al capoluogo teatino. Laboratori che danno lavoro, stando a quanto dice Mancini, a circa 200 dipendenti e sommano un fatturato annuo di circa 5 milioni di euro.
«La proposta è quella di riunirli insieme in una sorta di laboratorio diffuso», continua il presidente del Patto, «un modello simile a quello che Honda ha realizzato con il consorzio Cisi nel metalmeccanico. Dopo aver tracciato un profilo complessivo dei laboratori interpellati e individuato le criticità di sistema, stiamo passando all’elaborazione del piano industriale di questo soggetto». E’ nato un gruppo tecnico con esperti di Patto Chietino-ortonese, Sixty e laboratori artigianali locali, che conta di rendere operativo questo nuovo soggetto imprenditoriale già da febbraio 2010, all’esordio dei lavori per la nuova collezione. «Una nuova realtà che», conclude Mancini, «vuole dare una risposta di speranza a un settore che rischia di andare perduto nel nostro territorio. Un soggetto che non avrà a che fare solo con l’azienda Sixty ma anche con altri clienti, sviluppando parti produttive, come l’ideazione dei modelli, che oggi i nostri laboratori, da soli, non hanno».