Sixty: senza accordo niente stipendi
I sindacati: cassintegrazione subito o i salari slitteranno di 8 mesi
CHIETI. Settimana cruciale per l'accordo tra sindacati e Sixty. I 183 esuberi del piano industriale 2012-2015, per la ristrutturazione e il rilancio del Gruppo moda, preoccupano sindacati e istituzioni. L'assessore regionale Paolo Gatti e il sindaco Umberto Di Primio invitano a rivedere i numeri e tutelare l'economia locale. Il riflesso occupazionale di questa vertenza, infatti, rischia di mettere in ginocchio un territorio già pesantemente minato dalla crisi economica. La quadratura del cerchio sarebbe un accordo tra sindacati e impresa, utile alla gestione più serena possibile degli esuberi. Domani alle 9.30 in Confindustria, in quest'ottica, riprende il faccia a faccia tra le parti e venerdì è già previsto il nuovo confronto in Regione. Proprio a Pescara giovedì scorso si è registrata la riapertura del dialogo, interrrotto bruscamente 15 giorni fa in Provincia.
«L'auspicio», dice Maurizio Sacchetta della Uilta-Uil, «è che, dopo l'intervento anche delle istituzioni registrato in questi giorni, si riesca ad arrivare a un accordo». Tra i timori in campo, lamentati dai lavoratori nella fiaccolata di venerdì allo scalo, c'è quello di un ritardo prolungato, fino a 8 mesi, nell'erogazione della cassa integrazione, qualora non si arrivi a un accordo. Per portafogli già duramente colpiti dalla crisi economica e dal fermo al lavoro di diversi mesi questa sarebbe un'insostenibile scure.
«Intanto possiamo registrare timidi passi in avanti», afferma Ettore Di Natale di Femca-Cisl, «c'è una probabile apertura dell'azienda sulla cassa integrazione, che arriverebbe a coinvolgere tutti i dipendenti, e questo aprirebbe a una parziale rotazione nell'applicazione dell'ammortizzatore sociale. Meno tagli, poi, potrebbero esserci nel settore creativo. Per quanto concerne i reparti in via di esternalizzazione, come magazzino e Cad, c'è l'apertura aziendale ad affidarli a partner abruzzesi, che potrebbero essere vincolati al riassorbimento parziale dei lavoratori. Uso sempre il condizionale, perché la trattativa è ancora tutta da definire». Domani, infatti, le parti sociali metteranno nero su bianco i termini di un'eventuale convergenza di idee, per poi arrivare venerdì in Regione con una bozza di accordo già pronta. Qui con Paolo Gatti e i dirigenti dell'assessorato regionale al lavoro le parti sociali si confronteranno anche sul di formazione, che la Regione, stando a quel che dicono i sindacalisti, potrebbe mettere a disposizione sia per i lavoratori che rimarranno in fabbrica, che per quelli fuori. Un'esigenza che di dipendenti Sixty sentono forte, come hanno ribadito l'altro giorno nella fiaccolata allo scalo.
La Cgil torna a sottolineare la portata complessiva di questa vertenza.«Non sono solo in gioco 183 posti di lavoro», ribadisce Giuseppe Rucci di Filctem -Cgil, «è questione di tutela del Made in Italy e di professionalità, che è pericoloso e controproducente disperdere nel nulla».
«L'auspicio», dice Maurizio Sacchetta della Uilta-Uil, «è che, dopo l'intervento anche delle istituzioni registrato in questi giorni, si riesca ad arrivare a un accordo». Tra i timori in campo, lamentati dai lavoratori nella fiaccolata di venerdì allo scalo, c'è quello di un ritardo prolungato, fino a 8 mesi, nell'erogazione della cassa integrazione, qualora non si arrivi a un accordo. Per portafogli già duramente colpiti dalla crisi economica e dal fermo al lavoro di diversi mesi questa sarebbe un'insostenibile scure.
«Intanto possiamo registrare timidi passi in avanti», afferma Ettore Di Natale di Femca-Cisl, «c'è una probabile apertura dell'azienda sulla cassa integrazione, che arriverebbe a coinvolgere tutti i dipendenti, e questo aprirebbe a una parziale rotazione nell'applicazione dell'ammortizzatore sociale. Meno tagli, poi, potrebbero esserci nel settore creativo. Per quanto concerne i reparti in via di esternalizzazione, come magazzino e Cad, c'è l'apertura aziendale ad affidarli a partner abruzzesi, che potrebbero essere vincolati al riassorbimento parziale dei lavoratori. Uso sempre il condizionale, perché la trattativa è ancora tutta da definire». Domani, infatti, le parti sociali metteranno nero su bianco i termini di un'eventuale convergenza di idee, per poi arrivare venerdì in Regione con una bozza di accordo già pronta. Qui con Paolo Gatti e i dirigenti dell'assessorato regionale al lavoro le parti sociali si confronteranno anche sul di formazione, che la Regione, stando a quel che dicono i sindacalisti, potrebbe mettere a disposizione sia per i lavoratori che rimarranno in fabbrica, che per quelli fuori. Un'esigenza che di dipendenti Sixty sentono forte, come hanno ribadito l'altro giorno nella fiaccolata allo scalo.
La Cgil torna a sottolineare la portata complessiva di questa vertenza.«Non sono solo in gioco 183 posti di lavoro», ribadisce Giuseppe Rucci di Filctem -Cgil, «è questione di tutela del Made in Italy e di professionalità, che è pericoloso e controproducente disperdere nel nulla».
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